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Un’altra tipologia di “gialla”:

Pietro Puccio
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Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
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Ciao Massimo e grazie, mi hai chiarito un pò di cose 🙂 .
Pietro Puccio
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Scusate, mi ero dimenticato di questa discussione, ad ogni modo queste sono alcune infiorescenze “di giornata” della mio cespo di schiedeana:
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Pietro Puccio
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Ciao a tutti,
non ho alcuna dimestichezza con gli ibridi di palma (forse anche non molta simpatia), mi piacerebbe però conoscere quali sono i caratteri dei supposti genitori che riconoscete nelle foto.
Grazie
Pietro Puccio
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Ciao Patrizio,
grazie per la precisazione, tra Ottone ed Ottonella mi ero perso 🙂 . Per la zona, non conosco (purtroppo) l’Elba, a “naso” direi 9a e marginalmente 9b. Che tu sappia, come si comportano gli Hibiscus rosa-sinensis?
Pietro Puccio
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Ciao Carmen,
non mi permetto di contestare quanto scritto dal prof. Giancarlo S. 😉 , solo osservo timidamente che la dizione “una pianta di specie molto diversa” non è molto… professorale e non aiuta certo chi vuole cimentarsi (il comune cactofilo come sa quale è “una specie molto diversa” perchè non è certo l’aspetto quello che conta, ma la genetica) ed anche la conclusione non è molto incoraggiante: “Non funziona sempre…”. E se funziona, quante volte quello che poi spunta fuori è un ibrido?
Pietro Puccio
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Ciao Patrizio,
sicuramente avrai letto Roster che riferisce di una Jubaea piantata giovanissima nel 1898 e che quindici anni dopo era un “perfetto esemplare”, le dimensioni mi sembrano centenarie, se non ce ne sono altre potrebbe essere quella.
PS: quando hai tempo perchè non ci fai un servizio fotografico sulle palme dell’Ottonella?
Pietro Puccio
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… cactacee e di solito, per queste piante, …. si ricorre ad un trucco, chiamiamolo così. Si impollina la pianta da cui si vogliono ottenere i semi con una qualsiasi che si ha a disposizione, si aspetta qualche ora e si applica sullo stigma il polline prodotto dallo stesso fiore che, non essendo più riconosciuto come estraneo o incompatibile, potrà germinare.
Non conosco questo metodo, ma mi suona piuttostro strano, la maggioranza delle cactacee non è autosterile, ma l’autoimpollinazione, per i motivi detti prima, è fortemente ostacolata e qundi è un evento molto raro. Il sistema è fondamentalmente quello citato per primo, cioè quello di non far coincidere i tempi in cui lo stigma è ricettivo con quelli in cui il proprio polline è maturo, i fiori vengono quindi fecondati dal polline di altri fiori grazie al vento o insetti pronubi. Se sullo stigma si deposita contemporaneamente il polline di un altro fiore e quello del proprio, casualmente maturo, la natura ha adottato un altro metodo per scoraggiare l’autoimpollinazione, quello delle due velocità, infatti il polline dello stesso fiore procede nel tubo pollinico a velocità inferiore rispetto al polline proveniente da altro fiore, quindi non riuscirà a fecondarlo. Solo nel caso raro in cui l’estraneo non riuscirà a fecondare il fiore come extrema ratio, per la conservazione della specie, ci penserà quello proprio che arriverà col suo comodo (la natura ha sempre la ruota di scorta).
Se, tornando al ‘trucco’ il polline proprio si deposita addirittura dopo qualche ora, il fiore nella stragrande maggioranza dei casi sarà già bello e fecondato.
Pietro Puccio
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tempo fa avevo messo le foto di una piantina ma Pietro non mi hai risposto se era acerifolius o populneus….Moris
Ciao Moris,
mi accusi di un misfatto che non ricordo di aver commesso, come non ricordo il motivo per cui sia tenuto in ogni caso a rispondere… 🙂
Evidentemente non ero certo, sulla base di ciò che hai mostrato, della specie.
Pietro Puccio
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Ciao,
– Silvana, un affettuoso abbraccio per il papà che non c’è più;
– Federico, fortunatamente si adatta meglio, con qualche piccolo correttivo, ad ambiente alcalino;
– Piera, non bisogna mai arrendersi, fino a qualche anno fa la tahitensis era introvabile, tanto per fare un esempio;
– Gabriel, serra calda, purtroppo, in estate anche fuori in posizione semiombreggiata.
Pietro Puccio
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Pietro
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Però visto come va il tempo potrei tenerla in vaso? e ritirarla in inverno come faccio con Eritrina cristagalli ?
Ciao,
dovrai necessariamente tenerla in vaso e riparala in inverno, ma vi si adatta benissimo.
Pietro Puccio
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Ho letto le monografie di questo forum, ma credo di aver capito che l’impollinazione artificiale serve per ottenere degli ibridi e non dei frutti.
Comunque marco è stato chiaro nella risposta, ho capito 🙂
Forse no. 🙂 🙂
Pur ricordando bene quanto scritto da Elio, per puro scrupolo sono andato a rileggere quanto da lui scritto in merito e mi sembra perfettamente chiaro ed inequivocabile:
Va ricordato, infine, che alcune specie sono autoincompatibili, e, pertanto, il polline deve essere raccolto dal fiore di un’altra pianta della stessa specie
E successivamente:
Semina:
Anche se presenta delle difficoltà per la reperibilità dei semi e per la difficoltà degli stessi a germinare, è l’unica che consenta di ottenere nuove specie (rispetto a quelle già possedute) e più piante (della stessa specie) di clone diverso, condizione questa indispensabile per quelle specie autoincompatibili (circa il 90%) dalle quali si voglia ottenere frutti!
E’ sottolineato due volte “della stessa specie” e quindi non riguarda, in questo contesto, la creazione di ibridi, ma proprio la produzione di frutti. Inoltre non riguarda tutte le specie, ma (buona) parte.
Marco nella sua risposta credo si riferisca al caso della caerulea che è autocompatibile e che purtroppo per essere tra le più rustiche e più coltivate, specie al nord Italia, è considerata non una, ma la passiflora. In realtà la maggioranza delle specie di passiflora è autoincompatibile e quindi per fruttificare deve ricevere il polline di un altro individuo della stessa specie, ma di clone diverso, cioè non ottenuto dallo stesso per talea, margotta, propaggine, meristema.
Se, come sembra, la tua è una caerulea, allora non hai problemi, ma è un caso particolare, la situazione generale, non cambia.
Precedentemente tu hai posto una domanda molto interessante:
“Se il fiore ha sia gli organi maschili, che femminili, non dovrebbe essere autofertile?”
Sì, spesso lo è, e spesso no. Io me lo spiego in modo terra-terra (del resto siamo giardinieri), nella speranza che qualche botanico/biologo passi e ce lo chiarisca scientificamente.
A tutti è noto che matrimoni tra consanguinei sono da evitare perché aumenta il rischio di comparsa nella discendenza di malattie genetiche di cui i genitori sono portatori sani, e che tare genetiche sono maggiormente presenti in popolazioni ‘chiuse’. Grossolanamente (molto) qualcosa di simile può succedere con l’autoimpollinazione. A quanto pare la natura cerca in molti modi di evitare ciò, anche se non sempre, ed il massimo lo ha fatto ‘inventando’ le piante dioiche, quelle cioè che hanno fiori solo maschili o solo femminili su individui diversi. Ma anche tra le monoiche la natura ha inventato molti trucchi per far sì che un fiore venga fecondato dal polline proveniente da un’altra pianta. Per es. facendo sì che lo stigma sia ricettivo in tempi diversi dalla maturità del polline. Oppure producendo in tempi diversi nella stessa infiorescenza prima ad es. fiori con gli organi maschili atrofizzati e successivamente fiori con gli organi femminili atrofizzati (classico esempio il ben noto banano). Oppure ancora posizionando il polline dal lato opposto allo stigma in modo che mai possa cadervi casualmente (le orchidee tanto per non far nomi). E così via.
Quale sia la strategia inventata per rendere buona parte delle specie di passiflora autoincompatibili, non so, ma c’è.
Pietro Puccio
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Ne disconosco la paternità 😥
Pietro Puccio
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Ciao Gloriosa,
se nessuno ti ha risposto è semplicemente perchè nessuno dei frequentanti il forum ha esperienze in merito. Non è poi per nulla una pianta tropicale o subtropicale anzi pare abbia bisogno per germinare e crescere al meglio di un periodo a temperature sotto lo zero.
Pietro Puccio
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non ho capito sono fiori o foglie? … avete foto del fiore?
Ciao Piera,
sono fiori; purtroppo, come detto sopra, l’albero non è sotto la mia giurisdizione, ma in rete trovi molte immagini dei singoli fiori, che sono relativamente piccoli, ma formano una nuvola rosso vivo.
Pietro Puccio
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Pietro sei un grande
di età sicuramente…
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Ma questa tua nuova meraviglia gradisce anche la mezz’ombra (diciamo anche tre quarti d’ombra…. 😀 ) luminosa?
Io la tengo in pieno sole, ma pare cresca bene in parziale ombra.
– Gloriosa, se non si trova nel catalogo di chi ci ospita 🙂 , basta utilizzare google magari digitando il nome della + vivaio nei siti italiani;
– Piera, ma almeno le foglie le ha fatte?
Pietro Puccio
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Ciao Emanuela,
non bisogna guardare solo le figure su google, ma controllare il testo, perchè spesso l’immagine mostrata non si riferisce a ciò che si è cercato, ma ad una qualsiasi altra immagine nel testo.
Il Brachythecium plumosum è una specie di muschio, il fiore mostrato una viola.
Pietro Puccio
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non ho una luce intensa, mentre la temperatura anche d’inverno non va mai sotto i 21 gradi. Cosa potresti consigliarmi?Moris
Al volo qualche nome (ho escluso palme spinose, tranne la Licuala, perchè in ambiente ristretto è meglio evitarle):
Adonidia merrillii
Archontophoenix (tutte, ma i fusti crescono con diametro sottile)
Areca catechu
Areca triandra
Areca vestiaria
Cyrtostachys renda
Dypsis leptocheilos (lenta, ma anche giovanissima fa lunghe foglie molto eleganti)
Johannesteijsmannia magnifica (non fa praticamente fusto, ma messa su un piedistallo è… magnifica)
Licuala grandis
Pinanga coronata
Pritchardia remota
Ptychosperma elegans
Ptychosperma macarthurii
Veitchia arecina
Pietro Puccio
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Cocus nucifera a parte, visto la complessità di tenerla in vaso per le caratteristiche anche di umidità che richiede, ci sono altre specie che possono crescere bene in vaso?
Moris
La Cocos nucifera vuole molta acqua quando in vegetazione, ma come tutte le altre palme a crescita veloce, cioè tutte quelle tropicali o ipertropicali. Se hai un locale luminoso in cui puoi mantenere una temperatura mai inferiore a 18°C puoi coltivare molte specie in vaso in condizioni decenti, nel senso che pur in scala ridotta, la pianta mantiene intatte le sue caratteristiche ornamentali.
Hai questa opportunità?
Pietro Puccio
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quali sono le palme che in vaso crescono più rapidamente?
Moris
Ciao,
fermo restando che la velocità al di fuori dell’ambiente naturale dipende, a parità di specie, dalla quantità di luce e calore che si può dare, una delle palme che cresce più rapidamente e più rapidamente si “vede”, perchè parte avvantaggiata, è la Cocos nucifera, ma la temperatura in inverno non deve scendere sotto i +16°C (più è meglio).
Pietro Puccio
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Ciao Sergio,
perchè non vieni per un fine settimana e mi dai il tuo illuminato parere su questa e su tante altre cose?
PS: può essere l’occasione per ritornare all’Orto Botanico, che negli ultimi anni ha quasi raddoppiato la collezione di palme.
Pietro Puccio
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[OT]
Sergio, ti ci metti pure tu? Guarda che poi mi vendico…. 👿
Pietro Puccio
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Se posso fare adesso va bene una buca di 1 mt x 1 mt e riempio con stallatico e terriccio e sassi?
Grazie
Massimo
Ciao,
non esagerare con materiale con forte tendenza a decomporsi (stallatico e torba), rischi di trovarla tra un anno sprofondata di parecchi centimetri.
PS: lo so che non si fa, ma io per tutte le piante ho sempre fatto la buca esattamente uguale (ed a volte meno) alle dimensioni del pane di terra 🙂
Pietro Puccio
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Ciao,
effettivamente in natura vive in un ambiente ad elevata umidità ambientale e piuttosto mite, da me – nel periodo che l’ho avuta in giardino – a parte la lentezza genetica, non ha mostrato particolari insofferenze sia alle elevate temperature che al suolo ed atmosfera secchi. E’ arrivata a formare il fusto, quando è stata spezzata alla base investita da un auto…
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Nei siti americani si dice resista in aree 9B.
Federico
Ciao,
si trova sia 9b che 10 e ritengo più corretto tra 10a e 10b.
A Palermo resiste ‘imbalsamata’ per alcuni anni e poi muore.
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Ritengo che 9b rappresenti al meglio la zona (secondo l’USDA) costiera del palermitano.
Pietro Puccio
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DEVO USARE DEGLI ACCORGIMENTI PARTICOLARI PER FARLA RIPRENDERE? HA BISOGNO DI MOLTA ACQUA E MOLTO CONCIME GIUSTO?
L’acqua, specie con le alte temperature, le è sicuramente gradita (una volta tanto il nome specifico è azzeccato). Per il concime, tieni conto che la pianta non ha un apparato radicale ben sviluppato, quindi non usare la mano pesante, usa eventualmente concimi a lenta cessione. Un conoscente per fare crescere velocemente una Syagrus romanzoffiana l’ha bruciata, col risultato che è rimasta ferma tre anni prima di iniziare (timidamente) a ricrescere.
PS: gentilmente potresti scrivere normalmente? Così è fastidioso da leggere.
Pietro Puccio
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Ciao,
la pianta è solo da un anno nella nuova sede, probabilmente è un problema di adattamento. Anche se in vivaio era messa all’aperto, per la presenza vicina delle altre piante, era più protetta sia dai venti freddi che dalla eccessiva insolazione.
Pietro Puccio
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..vorrei cimentarmi con qualcosa di particolare e fuori dal classico….insomma vorrei qualche specie di palma che difficilmente si trova o si vede in giro…Salvo
So bene che i consigli non richiesti non sono mai graditi, ma uno te lo do lo stesso. E’ il consiglio di chi nel giro di due-tre decenni ha visto specie non rare, ma addirittura introvabili e persino mai descritte, diventare così “comuni” da essere addirittura “schifate” da chi si è avvicinato a questo mondo di recente. Il consiglio è di non rincorrere la rarità, è una gara persa in partenza, ma di coltivare solo ciò che piace. Su internet ora puoi vedere e trovare informazioni su tutte le specie esistenti; per una grossolana cernita di molte (non certo tutte) quelle che possono essere coltivate a Palermo, puoi vedere l’album sulle palme che c’è nel mio profilo, anche se non è aggiornato e non contiene tutte quelle che ho provato con risultati positivi.
Pietro Puccio
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Ciao,
qualche raro vivaio l’ha, ma si tratta in genere di grandi esemplari da esposizione. La crescita, ai tropici, è (molto) veloce, allontanandosi naturalmente diminuisce. A parte nicchie climatiche particolarmente favorevoli delle coste della Sicilia, deve essere coltivata in vaso e riparata in inverno in ambiente riscaldato.
Pietro Puccio
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