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Ciao Blasco,
nell’unico olivo ho messo un Cymbidium aloifolium (che è una specie epifita) ed ai piedi una Clivia miniata (che in natura si comporta anche da semiepifita).
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
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https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Lucia,
grazie per questo interessantissimo intervento.
Pietro Puccio
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Pietro
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Una precisazione per quanto riguarda la coccinea, le basse temperature a mio parere possono incidere in due modi, distruggendo direttamente le cellule, quindi morte immediata, e/o favorendo l’insorgenza di patologie che possono agire in un lasso di tempo più lungo. La mia prima c. è palesemente defunta nella tarda estate, ma dalla fine dell’inverno aveva vegetato stentatamente fino a fermarsi. Proprio qualche secondo fa ho letto in un forum della Florida questa frase, ” grows vigorously and keeps on rewarding you with prolific blooms almost all year long, with little or no care” (cresce vigorosamente e ripaga con molti fiori per tutto l’anno, con poca o nessuna cura). Quindi dove il clima è adatto non sembra presentare problemi; per conferma (una singola affermazione non fa testo), faccio presente che un ben noto vivaista di Milazzo la coltiva e riproduce in serra fredda (sono serre molto grandi, quindi con temperature che anche di notte, per l’inerzia termica, si mantengono al di sopra di quella esterna) e non mi ha mai accennato a difficoltà, le ho viste sempre fiorite anche in primavera.
Ciao
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Gianni,
dopo l’autorevole conferma di Elio Gulino, aggiungo che ho visto di recente in un vivaio delle ‘vitifolia’ con tanto di targa plastificata con foto e con scritta “Passiflora coccinea”, quindi… occhio!
Pietro Puccio
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Pietro
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quote:
Ciao a tutti gli appassionati del forum!
Mi è stato detto da alcuni vivaisti che spesso,in Sicilia ,per riparare e nutrire(?)gli apici dei rami di plumeria dal gelo si ricorra ad infilarli in gusci d’uovo capovolti.Lo spettacolo deve essere molto simpatico e pittoresco ma vi chiedo:..è vero??
Ciao Titty,
questa è stata una pratica ampiamente utilizzata fino agli anni ’70 dai palermitani per le piante in vaso sui balconi, serviva a proteggere (nelle intenzioni) gli apici vegetativi dalle ingiurie dell’inverno, poi vennero per brevissimo tempo le buste di plastica trasparente che ebbero un effetto disastroso, per il ristagno di umidità, e vennero subito abbandonate. Da almeno 30 anni non vedo più alcuna protezione (che del resto aveva una effecacia relativa).
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Gianni,
spero intanto che ti risponda chi di Passiflora ne sa molto più di me. Per la coccinea posso dirti che ho provato due volte a tenerla fuori (a Palermo) in inverno, ma è morta e lo stesso è capitato ad altri amici; penso sia stato proprio per le basse temperature anche nel tuo caso.
Per la vitifolia preciso che il consiglio di metterla fuori in posizione molto riparata era rivolto a River che ‘giardina’ a Genova e comunque come tentativo di riuscita incerta, in zone appena meno favorite va coltivata anch’essa in vaso e riparata in inverno. La più evidente differenza tra coccinea e vitifolia diovrebbe essere nella forma delle foglie, che nella coccinea sono grossolanamente obovate, mentre nella vitifolia… come il nome, ad ogni modo spero che altri confermino o smentiscano.
Pietro Puccio
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Pietro
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quote:
che ne diresti di una bella hoya riparata il piu’ possibile dal vento?
Ciao Blasco,
bisognerebbe avere una idea delle temperature minime estreme e orientativamente del numero di giorni con gelate notturne, se ve ne sono. Sicuramente alcune Hoya resistono a brevi puntate di qualche grado sotto lo zero, ma la maggior parte no.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Blasco,
in passato ho fatto qualche prova, ma a parte ciò che era già noto o molto prevedibile non ho avuto risultati positivi. Il fattore più limitante risulta (per Palermo) l’insufficiente umidità durante il periodo di crescita, forse stando in estate ogni giorno a nebulizzare, qualcosa di più si può ottenere. Nel posto vicino Salemi forse il fattore limitante è la temperatura invernale associata all’elevata umidità. Purtroppo il nostro clima è caratterizzato da estati calde e secche ed inverni fresco/freddi ed umidi, il contrario cioè del clima da cui provengono gran parte delle O. più gettonate. Come indicazioni generali le Phalaenopsis muoiono per le basse temperature, Cattleya (in senso lato) resistono (sempre a Palermo) per qualche anno regredendo vistosamente in estate (mancanza di umidità), fino a morire, come pure quei Dendrobium che vorrebbero inverni freschi e asciutti ed estati calde e piovose. Il Dendrobium phalaenopsis muore per le basse temperature invernali, lo stesso le Vanda classiche, solo la teres resiste da 25 anni sul tronco di una Plumeria, ma non fiorisce sia per questa sua nota abitudine che per essere sommersa dalle Tillandsia (la teres, come tutte le Vanda vuole pieno sole). Tra i Paphiopedilum resiste benissimo in posizione ombrosa l’insigne, altri hanno fatto brutta fine. Tra gli Oncidium un certo successo l’ho avuto con lo splendidum, in piena terra, ma gli steli floreali venivano sistematicamente divorati dalle limacce (come per i Cymbidium) e quindi l’ho tolto (come pure i Cymb. trasferiti nei vasi, più controllabili, tranne uno epifita su un olivo). Naturalmente ciò non toglie che è bene sperimentare sempre, scegliendo tra le specie che per clima di provenienza possono avere qualche possibilità, a volte piccole variazioni climatiche possono dare risultati inattesi.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Fiorenza,
aspettiamo l’elenco….
Pietro Puccio
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Complimenti sinceri a Martina e Blasco per le orchidee ed a Fiorenza per le foto (ed il suo interessantissimo hobby). Naturalmente se ne avete altre mostratecele, specie in inverno queste foto ‘riscaldano’.
Ciao
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Lulu,
non c’è assolutamente nulla di cui chiedere scusa e del resto ho sottolineato in premessa che non ritenevo ci fosse un riferimento; ho specificato perchè da una lettura veloce mi si poteva attribuire una opinione che è agli antipodi di ciò che penso in merito. E’ fin troppo ovvio che ognumo è libero di avere opinioni diverse e di contestare le altrui anche decisamente, quello che è importante è il rispetto per la persona.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Attilio,
quote:
Ciao Pietro,
……
Quanto alla generosa offerta della descrizione della palermitana, direi che ti spetta proprio in considerazione della paternità dell’identificazione. Ma ne potremo riparlare in seguito.
Ti ringrazio, ma sono dell’avviso che queste cose debbano essere fatte da chi è, professionalmente, nel campo naturalistico e botanico.
PS: (scusate il ‘fuori tema’) ho appreso questa mattina che è in programma all’O.B. qualcosa sulla Plumeria, ne sei a conoscenza?
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Lulu,
quote:
ho visto che il discorso sulle Aristolochie ha suscitato ucerto interesse. Solo Pietro Puccio si estranea perchè non mi sembra che sia il genere di piante che ama. Non a tutti piacciono queste piante così particolari, molti le trovano “volgari ” per via del fiore cha fanno….
so bene che non è tua intenzione attribuirmi questo giudizio, ma tengo a precisare che per me non esistono piante ‘volgari’, la volgarità, qualunque sia il significato che si da a questo termine, è una caratteristica esclusivamente umana e quindi non attribuibile alla pianta in se, le piante possono semplicemente essere di maggiore o minore gradimento. Curiosamente, l’avere espresso questo pensiero in altra sede consimile, ha provocato in alcuni, per qualche meccanismo inconscio, viscerali antipatie nonchè ‘simpatiche’ volgarità nei miei confronti.
Detto ciò, aggiungo che anch’io ho due Aristolochia, la classica elegans e la fimbriata.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Blasco,
se ne è parlato in “Cura delle Plumerie” del 19 dicembre 2004.
Pietro
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Attilio,
è estremamente difficile giudicare da una foto, ma non mi sembra, per forma e tonalità di colori, uguale a quella di Mondello (di cui dovrebbero darmi una talea a breve). A proposito della ‘palermitana’, mi hanno proposto tempo fa di registrarla ufficialmente, poichè sono pigro ho lasciato perdere, ma tu che sei in ballo…..
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Lavinia,
le mie P. stanno cominciando a perdere le foglie ora, ad ogni modo c’è una certa variabilità in dipendenza dell’ambiente di coltivazione, dell’esposizione e della varietà.
Per l’inserimento delle foto, nel forum ‘foto’ c’è passo passo il sistema che utilizzo io, c’è pure su giardinaggio.it che mi pare una volta frequentavi.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Attilio,
mi farai cosa graditissima nell’indicarmi, a suo tempo, gli estremi della pubblicazione.
Una domanda: l’ambiente di coltivazione della obtusa. Io ne ho una da anni che tengo in vaso in un balcone esposto a sud, fiorisce, ma ogni anno qualche ‘punta’ si brucia per il freddo e perde quasi tutte le foglie. Ho da poco due piante regalatemi da un amico da talee prese (credo) in Kenia, il fiore è quello classico, ma in atto il danneggiamento delle foglie è appena accennato, anche il donatore mi ha confermato la discreta rusticità di questo clone.
Infine la scorsa estate in una villa di Mondello ho visto una Plumeria per me ‘nuova’, si trattava di un albero carico di fiori molto grandi, di cui accludo una brutta foto (c’erano luci ed ombre e la foto è stata fatta piegando con una mano un ramo e scattando con l’altra..), il bianco dei petali era abbagliante ed inoltre era visibilissima anche a discreta distanza la ‘tessitura’ dei petali (in foto risulta appiattita), unico neo non profumata. Purtroppo il proprietario, non mi ha saputo dare indicazioni sulla sua provenienza.
Pietro Puccio
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Grazie Attilio e complimenti per pianta e foto; hai altre varietà e, soprattutto, notizie sulla sua introduzione a Palermo?
Pietro Puccio
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Ciao Lulu,
la Plumeria della foto, anche se i colori sono un pò sbiaditi, è quella che qui è chiamata ‘tricolor’ per la banda rosata sul bordo del petalo, che risulta più o meno accentuata a seconda dello spettro solare.
Ad ogni modo ho visto dal catalogo che hai una invidiabile collezione.
Pietro Puccio
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Ciao a tutti,
– Fiorenza: non è detto, a Palermo le coltiviamo all’aperto, ovvero in una situazione limite, climaticamente parlando, per loro, coltivandole in inverno in appartamento o in serra (quindi ad una temperatura media più elevata) i tempi potrebbero accorciarsi ed inoltre dipende dalla varietà.
-Lulu: c’è molta confusione sulla nomenclatura delle varietà ‘storiche’, inizialmente è stata descritta una P. acutifolia, poi diventata P. rubra ‘acutifolia’, ma se cerchi foto di entrambe noterai differenze. Quella tipica di Palermo (non della Sicilia in genere, dove sono ancora pochissimo diffuse) è quella della foto con i petali sovrapposti e arrotondati e che come dicevo altrove, non si riscontra identica in altri luoghi.
– Martina: spiacente, mi sono accorto di non avere nessuna foto della varietà nota come ‘Lutea’, ad ogni modo il fiore è tondeggiante, anche se meno della ‘palermitana’ classica e di colore giallo che diventa pallido, quasi bianco, ai bordi.
Pietro Puccio
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Ciao Martina,
quote:
Quale sostanza organica mi consiglieresti??
il classico, buon vecchio stallatico, se lo trovi.
Ciao
Pietro Puccio
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Ciao,
– Martina: sì, sono mie; per la piena terra prova (con una) in posizione molto riparata e con ottimo drenaggio, in pratica a ridosso di un muro esposto a sud e riparata dalla pioggia.
– Lulu: passata l’influenza?
– Schimatrix: sono tutte varietà della stessa specie, Plumeria rubra. La prima si chiama ‘Aztec gold’, la seconda non è registrata, io la chiamo 300.000 (chi sà poi perchè 😉 ), infine la terza è stata considerata una specie in passato (Plumeria tricolor ‘Obscura’), ma è ora considerata una varietà della P. rubra. Esistono moltissime varietà sia registrate che non, questo perchè la Plumeria rubra ha geneticamente una notevole variabilità, da seme non si è mai sicuri di ottenere una pianta simile alla madre.
– Fiorenza: se vieni a Palermo (il picco di fioritura si ha nei mesi di luglio ed agosto) troverai diffusissima questa varietà:
Altre varietà, del tipo delle tre foto, sono pressochè inesistenti, quindi per vederle dovremmo concordare.
Infine, lo saprai certamente, per le piante da seme occorre moltissima pazienza, ai tropici il tempo medio per la prima fioritura pare sia cinque anni, ma dipende molto dalla varietà. Fuori dai tropici i tempi si possono dilatare notevolmente, per la prima fioritura di questa, ho atteso ben 15 anni.
Pietro Puccio
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Pietro
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Mi sembra batta la fiacca, la pianta del mese… 😉
Pietro Puccio
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Ciao Martina,
complimenti, la posizione e l’esposizione sono invidiabili, anche il terreno in parte sabbioso è favorevole perchè dovrebbe assicurare un ottimo drenaggio e non penso ci sia bisogno di aggiungere pomice. Può invece essere vantaggioso aggiungere, naturalmente nel tempo, sostanza organica, dato che il tipo di suolo, se ho ben capito, è ricco di minerali, ma povero di sostanza organica.
Pietro Puccio
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quote:
Vivo a Palermo, e faccio parte della ampia schiera di appassionati palermitani di plumerie (noi le chiamiamo “pomelie”). Attilio
Benvenuto nella schiera dei plumeriofili del Forum! Personalmente sarei interessato alla storia della introduzione ed espansione di questa pianta a Palermo, di cui non ho notizie pur avendole, almeno superficialmente cercate, ma forse ciò può essere di scarso interesse per i non palermitani o magari se ne può parlare nella sezione Off Topic.
Una curiosità forse poco nota, la varietà più diffusa a Palermo, quella molto profumata e dalla forma perfetta, non si ritrova identica in altre parti del mondo, ne avevo avuto un vago sospetto girando in lungo ed in largo in rete, poi la cosa mi è stata confermata da appassionati che hanno viaggiato molto ed infine dal Direttore del Dipartimento dell’Università di Honolulu che si occupa della genetica delle plumerie. Evidentemente questa pianta o è stata inizialmente ottenuta da seme fuori dai tropici e si è subito diffusa per via agamica date le caratteristiche, oppure la pianta madre da cui è stata portata via una talea per qualche motivo è andata persa.
Pietro Puccio
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Scritto Da – pietropuccio on 27 Gennaio 2005 18:16:22
Pietro
Palermo
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Ciao Martina,
perchè non facili? Per molte piante, specie se si parte da seme, possono passare anni prima della fioritura. Se poi riesci a trovare un vivaio che li ha in vaso già accestiti (in genere solo coronarium e gardnerianum) potresti averli fioriti lo stesso anno.
Per i complimenti grazie, ma il merito è della digitale, mentre per il giardino dubito fortemente che lo si possa trovare di generale gradimento. Fermo restando che un giardino è un artificio, a me piace che lo sembri il meno possibile, pertanto a parte l’impianto e l’acqua, lascio fare quanto più possibile alla natura, il che ovviamente comporta ‘inconvenienti’ dal punto di vista estetico.
Intanto perchè non ci fai qualche anticipazione del tuo ‘nuovo’ giardino?
Pietro Puccio
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Ciao Fiorenza,
scusami, sono stato troppo sintetico, intendevo dire che da seme le plumerie inizialmente hanno questo aspetto, poi col tempo la base ingrossa. Per quel che riguarda quelle che vedi coltivate ai tropici, tieni presente che la maggior parte è da talea, quindi partono subito col piede… giusto.
Per la collezione bolognese è vero che è privata e che è stata donata quasi tutta, bisogna però vedere quant’era questo ‘tutta’. Credo che almeno dal punto di vista qualitativo sia rimasta la più importante.
Pietro Puccio
Palermo, zona (USDA) 9b/10a
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Ciao Riverviolet,
a parte che non è esattamente il momento per fare talee, come già detto da Blasco, personalmente ti sconsiglio di cominciare così. Infatti la prima fioritura ‘normale’ di una talea può avvenire, a seconda della varietà, anche dopo alcuni anni e nel mentre avresti tutto il tempo per dire “chi me lo ha fatto fare” e pentirtene. Il mio consiglio è di acquistare una pianta già ben radicata, con almeno due ramificazioni di cui uno fiorito, questo ti darebbe la certezza che la pianta è fiorifera, specie se la ramificazione è corta (più è lunga, più è meno fiorifera) ed avresti buone probabilità di vederla fiorita anche l’anno seguente dall’altro ramo e così i successivi.
Attenzione, devi essere certa che la pianta è ben radicata, perchè una talea dopo il taglio può fiorire anche anche senza radici (l’infiorescenza si ‘prepara’ in inverno), ma poi dovrai aspettare lo stesso qualche anno.
Pietro Puccio
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Salve a tutti, avrei un quesito:le mie nate da seme sono sane, attualmente circa 16cm con foglie di 8/10 cm, ma si stanno ingrandendo nella parte alta del tronco, mentre la parte più bassa rimane sottile,è circa la metà della parte alta, tanto che a volte mi viene la paura che si possano piegare.
C’è qualcosa che si può o si deve fare?
Ciao,
è così che deve essere, se hai paura e/o se vuoi mantenerle dritte, metti un tutore accanto ad ogni pianta e legale a metà altezza.
Pietro Puccio
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Pietro
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Acci, mi sà che dovrò sorvolare, non ho l’ambiente adatto 😡
E perchè mai? Le coltivano (in vaso) anche in Canada e la più importante collezione italiana è nel bolognese (in serra riscaldata in inverno, fuori d’estate). A te potrebbe bastare una serretta in film plastico con una stufetta per gli eventi eccezionali. In vaso, specie in inverno quando sono senza foglie, occupano poco spazio, io ne ho solo una decina in piena terra, tutte le altre per mancanza di spazio le tengo in vaso, di cui almeno una settantina in un balcone di 10×1,5m (insieme a tanti altri vasi).
Pietro Puccio
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