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Ciao Sergio,
complimenti! Sicuro che ne fa solo una all’anno? Magari sono tre ogni due anni
Pietro Puccio
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Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
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Ciao,
parrebbe la Brasiliopuntia brasiliensis, nota spesso con il suo sinonimo Opuntia brasiliensis. E’ usata a scopo ornamentale ed i frutti sono naturalmente così.
Pietro Puccio
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Ciao,
– Caio, qualche foto?
– Orazio, anch’io inizialmente mi aspettavo una crescita molto lenta, fuorviato dalla proverbiale lentezza della “cugina” campestris;
– Sergio, hai pienamente ragione, la mia ha le caratteristiche di quella descritta come acanthocoma e come tale acquistai il seme appena germinato, ma non essendo un botanico mi affido al parere delle più prestigiose organizzazioni del campo. Kew considera attualmente valido il nome brasiliensis ed acanthocoma sinonimo (essendo stata descritta successivamente), ed io obbedisco 🙂 .
Pietro Puccio
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Tra l’altro questo neozelandese mi ha detto che nel suo paese le A. c. producono moltissimi semi che poi cadono, si schiudono e producono un numero molto alto di piantine che sono trattate come infestanti e sono tagliate o sradicate come erbaccia.
E’ incredibile,noi le trattiamo con ogni possibile cura e loro le trattano come erbaccia!
Ciao Sergio,
ti comporterai come loro già dal prossimo anno!
Pietro Puccio
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Ma se ho ben capito tu dicevi che in una serra piccola (io la farei circa 3 per 5 m), la temperatura dentro si parificherebbe con quella fuori; dunque a parte la questione vento non guadagnerei niente in gradi, e un’eventuale gelata colpirebbe anche l’interno? Se è così infatti è inutile che la costruisco…
Non è affatto inutile, intanto l’effetto del vento non è da sottovalutare, poi la temperatura media giornaliera sarebbe sempre superiore. Inoltre il raggiungimento dell’equilibrio tra le temperture si raggiunge in un certo tempo, tanto più lungo quanto migliore l’isolamento termico. Se ad es. la temperatura esterna scende sotto zero alle otto di sera, all’interno ci vorranno (sempre se ben costruita) alcune ore prima che si porti in equilibrio, ossia la durata della gelata sarebbe sempre inferiore dentro che fuori e ciò non è da trascure.
Infine si potrebbe sempre mettere all’interno, per le emergenze, una stufa con termostato che intervenga quando la temperatura si approssima allo zero, il che non comporterebbe spese elevate.
Pietro Puccio
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Per quanto riguarda la serra fredda, stavo progettandone una artigianale, da costruire in legno e polietilene. Volevo però capire quanti gradi si possono guadagnare, che è proprio ciò a cui accennavi tu, ossia quanti gradi in più rispetto all’esterno possono esserci in una struttura del genere, abbastanza rustica (a differenza di alcune piante…)
Difficile predire le differenze di temperatura interno/esterno, variando queste si può dire istante per istante in base alle condizioni ambientali ed alle caratteristiche della serra. Sicuramente in estate, senza ombreggiatura e chiusa, si possono raggiungere in pieno giorno temperature proibitive, ma anche in inverno, in certe occasioni, se la serra è piccola. Per quel che riguarda le temperature minime, che solitamente si raggiungono prima dell’alba, a parità di materiali utilizzati, in una serra grande (parlo di centinaia di m2) si può avere qualche grado in più rispetto all’esterno, ciò è dovuto in massima parte dalla cessione del calore accumulato dal terreno e suppellettili (l’aria ha una bassa capacità di accumulo di calore); in serre piccole di norma di notte le temperature si portano in equilibrio con quelle esterne. Comunque anche in questo caso la serra ha l’utile funzione di riparare dal vento. Per i materiali, se puoi, utilizza i laminati plastici alveolari, sono rigidi, hanno una buona trasparenza (quelli adatti per serre) ed elevato isolamento termico; per i laterali, in basso, non c’è di meglio che i pannelli di polistirolo espanso, che puoi trovare facilmente nei depositi di materiale edile.
Riguardo alla Musa ‘Orinoco’, ho una idea molto personale, per quel che vale (ossia meno che niente).
Il banano è stato portato in Sicilia, come anche nel sud della Spagna, intorno al 900 dagli arabi (che poi arabi non erano, ma magrebini). E’ improbabile che i due cloni (siciliano e spagnolo) fossero in origine differenti, anche se in 1100 anni un sia pur minimo di selezione e mutazione avrà portato qualche differenziazione.
Avrai sicuramente letto che la Musa, battezzata ‘Orinoco’ in tempi recenti, è in realtà presente nel sud degli USA, in particolare in Florida, dal 1600, dove fu portata dagli spagnoli. Ora come è noto all’epoca gli spagnoli bazzicavano con la… Spagna e la Sicilia, può darsi quindi che le piante provenissero dalla Spagna (molto probabile) o dalla Sicilia (poco probabile). Nei successivi 400 anni i cloni possono essersi ulteriormente differenziati (sempre poco visto che si moltiplicano solo per via vegetativa), ma le caratteristiche fondamentali non dovrebbero essere differenti. Non conosco di persona l’Orinoco’, ma dalle caratteristiche descrittive e dalle foto mi sembra di notare ben poche differenze con i nostri. In conclusione, l’Orinoco’ potresti averla già.
Pietro Puccio
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Pietro
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E come profumazione, sono tutte uguali, oppure no?
Barbara
Molte varietà hanno un ‘sottofondo’ comune, ma a me non è mai capitato di sentire due profumi identici, però non sono un buon “naso” (a parte le dimensioni…).
Pietro Puccio
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Ciao,
attualmente le specie inizialmente descritte come acutifolia, lutea, rubra e tricolor (più qualche altra) sono considerate una unica specie: Plumeria rubra, di cui sono pertanto sinonimi. Molti botanici, all’interno della specie rubra distinguono quattro “forme” che si ricollegano alle precedenti specie. In particolare, le varietà che presentano i fiori di colore bianco con centro giallo sono inserite nella forma acutifolia, quindi in botanichese si chiamano Plumeria rubra forma acutifolia; quelle di colore giallo, più o meno virante al bianco ai bordi del petalo, rientrano nella forma lutea, quelle di colore dal rosa al rosso porpora scuro nella forma rubra (quindi Plumeria rubra forma rubra e quelle infine in cui coesistono, in varia estensione ed intensità, bianco giallo e rosso rientrano nella forma tricolor.
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Scritto Da – pietropuccio on 07 Ottobre 2008 13:15:13
Pietro
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Ciao Piera,
molte bromelie si comportano diversamente nei confronti della luce a seconda dell’ambiente di provenienza. Quelle che in natura vivono nel sottobosco ombroso tendono a sbiadire in piena luce, viceversa quelle che vivono ai margini delle radure. Purtroppo con gl’ibridi e le varietà è difficile fare previsioni, bisogna vedere caso per caso.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Barbara,
al momento l’importante è fare asciugare bene il terriccio tra le innaffiature, poi quando la pianta mostrerà di rallentare la vegetazione si allungherano gli intervalli fino a quasi sospenderle del tutto.
Ormai la pianta ha fatto il suo “dovere”, per le concimazioni se ne parla in primavera.
Si tratta di una varietà di Plumeria rubra forma lutea.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao,
i banani “da fruttto” sono selezioni varietali di Musa acuminata e Musa balbisiana e degli ibridi fra le due specie, quindi anche la ‘Orinoco’, le varie Cavendish e la “comune di Sicilia” appartengono a questo grande gruppo. Riguardo la rusticità, bisogna vedere a cosa ci si riferisce, se alla sopravvivenza del rizoma (e qui potrebbe andare bene il 7b con pacciamatura) o della parte aerea. Il danneggiamento delle foglie inizia già intorno allo zero, mentre il fusto è più resistente (ma meno del rizoma), naturalmente più sfavorevoli sono le temperature, meno frequente la fruttificazione.
Le condizioni ambientali di una serra fredda dipendono fortemente dalla località, quindi è difficile fare confronti senza specificarle.
Pietro Puccio
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Allora cosa ne dite?




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…o forse Livistona australis.
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Pietro
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E’ una Brugmansia.
Terra terra, le dature sono piante erbacee, annuali o raramente biennali e con i fiori rivolti di norma verso l’alto; le brugmansie sono arbusti perenni con i fiori rivolti verso il basso.
Pietro Puccio
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Pietro
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Che palma simile a questa potresti consigliarmi per poter mettere in giardino successivamente?
Grazie
Somiglianti in qualche modo: Cyphophoenix elegans, Burretiokentia hapala; di taglia molto più grande dell’adonidia: Archontophoenix (alexandrae, maxima, myolensis, purpurea, tuckeri), Dictyosperma album (climaticamente al limite).
Pietro Puccio
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Per quanto riguarda i semi posso inserirne più di uno nel vaso?
Ma se avrò la fortuna che cresceranno potrò trapiantarle nel giardino tranquillamente?
Grazie
Dipende dall’effetto che vuoi ottenere, è una pianta che sta bene a solo e in gruppo, ma tieni conto, ripeto, che dovrai tenerle sempre in vaso, niente piena terra, da noi non ce la fa.
Pietro Puccio
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Ciao e benvenuto,
se i semi sono di quest’anno, germinano velocemente e senza problemi. Togli, se c’è ancora, la polpa esterna ed interra col seme appena sotto la superficie esterna. L’agriperlite va sempre bene perchè aiuta il drenaggio. C’è un piccolo problema, questa palma è molto più tropicale di quel che si crede, quindi dovrai tenerla in vaso per ripararla in inverno (cosa che dovrai fare a breve anche per i semi interrati).
Pietro Puccio
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Ciao,
la tua Archontophoenix mi sembra una cunninghamiana e non una alexandrae e la “peluria” nera non va via perchè è… naturale.
L’Howea forsteriana (kentia), può stare al sole, ma le piante provenienti da vivai, dove generalmente sono tenute in ombra, vanno abituate per gradi alla maggiore luminosità. Per la roebeleni, parrebbe non ci sia più nulla da fare, se sono venute via le foglie centrali con marciume alla base, ad ogni modo aspetta almeno un anno prima di toglierla. Per i pidocchi utilizza un aficida, per pronto accomodo, per diminuire la popolazione, un bel getto d’acqua in pressione.
Pietro Puccio
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Ciao Horace e Gianni,
le specie di Cassia sono attualmente una trentina, molte altre sono state trasferite nel genere Senna, quindi è un pò complesso trattarle tutte insieme, comunque sono in genere piante tropicali o subtropicali. A fiore rosa c’è la javanica ed a fiore rosso (o quasi) la grandis e la roxburghii.
Queste in sintesi le caratteristiche della Cassia fistula:
originaria dell’Asia tropicale è un albero che può raggiungere i 10 m, con grandi foglie composte con singole foglioline (si fa per dire!) lunghe fino a 18 cm e larghe 6-7 cm. Fiori giallo oro in grappoli pendenti lunghi circa 50-70 cm, in estate, i singoli fiori hanno un diametro di 4-5 cm. L’albero è a foglia caduca ed è completamente senza foglie all’inizio della fioritura. Per nulla esigente in fatto di suolo, sopporta anche periodi di siccità. Piante giovani pare si danneggino già a -1°C, piante adulte pare resistano fino a -3°; a Palermo non ha mai avuto problemi. La pianta della foto è in piena terra da circa 26 anni, l’ho ottenuta da seme ed ha impiegato circa 10 anni (!) per raggiungere la maturità fiorifera.
Pietro Puccio
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Ma è normale che i fiori restino sulla pianta 2 giorni e cadano quando sono ancora così belli?!!
Ciao,
due giorni sono sicuramente pochi, deve essere intervenuto qualche fattore esterno. Per conservare più a lungo i fiori staccati sarebbe da evitare la soluzione della foto, ti consiglio quella usata da oltre un secolo dalle signore palermitane, ossia un contenitore basso e largo (piatto, piattino, posacenere ecc.) con uno strato di qualche millimetro d’acqua in mdo da bagnare solo la base del fiore.
Pietro Puccio
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Ciao,
per la serie (se vale) mal comune…..:

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La quarta foto se non erro sono Pseudophoenix,
Federico
Ciao Federico,
dovrebbe trattarsi di Hyophorbe verschaffeltii.
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Plumeria rubra ‘Japanese Lantern’
La caratteristica di questa varietà, oltre al colore e forma dei singoli fiori, è di piegare verso il basso l’intera infiorescenza e di conseguenza i singoli fiori si rivoltano verso l’alto, da ciò il nome.

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Ciao,
– Gigi, complimenti per le fioriture.
PS: a stretto rigore di termini le bromeliacee non rifioriscono 🙂 .
– Monella, quando i “piccoli” avranno raggiunta le dimensioni prossime a quelle della “madre”, metti un pezzetto di mela nel serbatoio, potrebbero essere indotti a fiorire.
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..elaborato e bellissimo piccolo fiore! Grazie per averlo portato a conoscenza di chi ne ignorava l’esistenza!!!
Curiosità: ma la plumeria che si intravede nella foto?? Quanto è grande
Ciao,
il singolo fiore non è poi tanto piccolo, 5 cm di diametro, mentre gli stami sono lunghi 6 cm. La plumeria è quello che rimane di un albero che nel 2007 ho dovuto espiantare (con altri), riducendoli ai minimi termini, metterli in contenitore, per permettere dei lavori di ristrutturazione, e ripiantare questa primavera. La pianta è alta attualmente 2m (la foto è presa dall’alto).
Pietro Puccio
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Plumeria rubra ‘Wako’
Fiore di medie dimensioni, profumo (per me) quasi impercettibile, ma notoriamente non ho “naso”:

Pietro Puccio
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Grazie! Sempre i soliti ipergentili… 🙂
Pietro Puccio
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Ciao,
è una specie del nordamerica: Hibiscus coccineus. E’ perenne, ma d’inverno perde tutta la parte aerea e rispunta in primavera, vive in aree paludose e può stare anche semisommerso.
Pietro Puccio
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Ciao Kitty e un benvenuto anche da parte mia!
Riguardo la coltivazione delle plumerie ti segnalo che l’argomento, oltre ad essere stato più volte ripreso nel forum (puoi utilizzare per questo la funzione “Ricerca”), è stato trattato in una apposita scheda botanica nel sito che ci ospita, a cura di Lucia, e che ritengo molto utile per principianti e non.
Pietro Puccio
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Ciao Max/Fenix,
si chiama Musa acuminata ‘Dwarf Cavendish’.
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