Forum replies created
- 377Topic
- 3130Risposte
- 3507Post totali
Ciao Martina,
per quel che si riesce a vedere, potrebbe anche trattarsi di Saritaea magnifica. Come l’hai ottenuta?
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Martina,
complimenti per le tue Passiflora (e gli Hibiscus), riguardo la resistenza al freddo, in base alla mia personale esperienza, la holosericea è più resistente della vitifolia (che per misura prudenziale avrei lasciato in vaso e messa al riparo, tentando con una dopo averla moltiplicata per talea).
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
Novo guineEnsis……..interessante!!! Facciamo qualche scambio???
Ciao Lucia,
purtroppo ho una sola pianta e dubito fortemente di poterla vedere fiorita. Per quel che so, l’amico di Roma che me l’ha data non ne aveva altre.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Gianni,
Natale Torre era certo trattarsi della bennetti? In Costarica (è da lì che ha importato le piante) esistono altre specie, che però non sono interessanti dal punto di vista ornamentale.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Gianni,
purtroppo non posso darti utili e incoraggianti notizie. Ho provato due volte la bennetti (in serra riscaldata) e non è durata molto. Da circa un anno e mezzo ho una B. novo-guineensis ottenuta da seme da un amico romano che va a corrente alternata. Fa getti laterali che velocemente raggiungono la copertura dove gli apici vegetativi si bloccano. Dopo alcuni giorni ne ripartono dalla base di nuovi ed il ciclo continua.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
Grazie …..non avevo nessuna intenzione di mangiarla 😳 😀 😀 😀
Prego…., questo è un forum aperto al pubblico ed è un dovere dare questo genere di informazioni 😉 .
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Thevetia neriifolia (Apocynaceae), nota anche col sinonimo di Thevetia peruviana. Abbastanza diffusa nei vecchi giardini (almeno nel palermitano) nella varietà a fiore giallo; esiste anche a fiore bianco e ‘albicocca’. Attenzione, tutte le parti della pianta sono decisamente tossiche.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
ma lo sai che nella tua cartella ci sono 22 foto solo di plumerie?( nella tua cartella del mio pc naturalmente)
Non sapevo di avere cotanto onore! 🙂
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Giuseppe,
se fai una ricerca nel forum troverai molti messaggi sulla Plumeria, ad ogni modo ti riporto parte di un vecchio messaggio che forse può interessarti:
II – RIPRODUZIONE
2 – Esistono tre differenti modi di riproduzione della Plumeria: da seme, da talea e da margotta. A questi si può aggiungere l’innesto, che non è esattamente un metodo di riproduzione, ma presenta certi vantaggi nel campo amatoriale.
2.1 – Riproduzione da seme
E’ questo ovviamente il metodo naturale, ma a parte l’uso per ottenere nuove varietà è il meno utilizzato nel campo amatoriale. Ciò è dovuto in parte alla solitamente scarsa o nulla fruttificazione nei nostri climi e nelle piante coltivate in vaso (in piena terra in certe varietà può essere relativamente abbondante), in parte al fatto che le piante ottenute non è certo che abbiano le caratteristiche dei genitori, ma sopratutto per il tempo necessario alla prima fioritura, 3-5 anni in teoria, che possono essere molti di più nei nostri climi. I caratteristici ‘follicoli’ impiegano 8, 9 mesi a maturare ed i semi vanno prelevati quando stanno per aprirsi. I semi sono piatti, romboidali con una caratteristica ‘ala’ lunga 2, 3 cm. Prima della semina molti consigliano di distendere per una notte i semi tra due strati di carta assorbente inumidita e mettere a dimora solo quelli che al mattino presentano un evidente rigonfiamento, tralasciando gli altri perchè molto probabilmente non ‘vitali’, la germinazione comunque può avvenire anche senza questo pretrattamento. I semi vanno interrati per tutta la loro lunghezza, l’ala può essere tolta o lasciata a mo’ di segnale. Per il terriccio esistono tante formule ed ognuno può prepararsi il proprio, ciò che è importante è che deve essere poroso, drenante e poter trattenere l’umidità, come ad es. uno costituito per il 50-60% del classico terriccio per la semina di succulente, ulteriormente ‘alleggerito’ con agriperlite o sabbia di fiume o pomice di pezzatura 3-6 mm. Per diminuire il rischio di marciumi in fase di germinazione il terriccio può essere sterilizzato o trattato con apposito fungicida. Il vaso con il terriccio inumidito va quindi messo in un luogo molto luminoso ad una temperatura orientativamente non inferiore a 20°C; per mantenere l’umidità può essere chiuso in un sacchetto di plastica trasparente o coperto con analogo foglio. La germinazione avviene solitamente nel giro di 2, 3 settimane.
2.2 – Riproduzione da talea
La talea si preleva con un taglio netto alla fine dell’inverno, scegliendo preferibilmente una porzione di ramo cresciuto nella precedente stagione della lunghezza compresa tra 20 e 40 cm (potrebbe essere anche più lunga, ma potrebbe dare problemi di stabilità), con talee di lunghezza inferiore si hanno meno probabilità di riuscita. Il taglio, se in corrispondenza ad una ramificazione, va fatto a qualche centimetro dalla stessa. La talea viene quindi fatta asciugare per almeno una decina di giorni in ambiente fresco e ventilato, può all’occorrenza essere conservata per più tempo, anche mesi, ma è bene evitare un suo eccessivo raggrinzimento, sintomo di disidratazione, perchè contrariamente a quanto spesso ritenuto, in queste condizioni il radicamento è meno probabile. Al fine di minimizzare nei nostri climi il rischio di marciume è opportuno interrare la talea per una lunghezza intorno a 3 cm, ossia inferiore a quella consigliata nelle pubblicazioni e siti specializzati, anche perchè l’emissione delle radici avviene solamente dal ‘callo’ che si forma alla base. Importante è inoltre la stabilità della talea durante la radicazione, che avviene con l’emissione di radici filiformi molto delicate e la cui rottura può ritardarne il processo, occorre quindi mantenere ben ferma la talea con un tutore od altro. Le talee poste a radicare vanno posizionate possibilmente in pieno sole ed il terriccio, la cui composizione può essere la stessa di quella indicata per la semina, mantenuto sempre leggermente umido. La radicazione avviene nel giro di qualche mese ed è testimoniata dalla produzione di foglie dalle dimensioni tipiche della varietà di appartenenza.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Lucia,
la ‘Ruffles’ presenta a volte fiori di forma anomala; credo che sul nome ci sia una certa confusione, in rete ho visto pochissime foto che evidenziano tale anomalia, in genere quelle presenti fanno pensare piuttosto alla ‘Church Ruffles’ che alla ‘Ruffles’.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao,
– Traudi, non sono poi tanto sottili, inoltre prima di entrare ‘in produzione’ si è allargata parecchio.
– Giuseppe, a meno che non hai la possibilità di ripararl in una serra riscaldata o assimilabile, l’Heliconia più rustica è proprio questa, un amico la sta provando a Roma ed ha passato il primo inverno senza troppi problemi.
Aggiungo oggi (16.07) perchè ho dimenticato di precisarlo, che sono necessari grossi contenitori, la pianta fiorisce quando ha formato un grosso cespo.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Scritto Da – pietropuccio on 16 Luglio 2005 08:34:28
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Lucia,
probabilmente la tua serra in inverno è superaffollata e ciò in qualche modo condiziona luminosità e circolazione dell’aria. L’aspetto dei fiori nella foto è lo stesso che dal vivo.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Maurizio,
il ‘guscio’ dei semi della sebestena è duro, ma non più di tanti altri, in genere il classico ammollo per 3-4 giorni è sufficiente. La pianta della foto è ad es. germinata da un frutto caduto ad agosto e lasciato in superficie fino ad un mese fa, la pianta è spuntata circa un mese dopo che avevo trasferito il vaso dalla serra (inizialmente le tenevo fuori, ma la ripresa post-inverno era lenta) all’aperto in pieno sole. Ho raccolto i primi frutti a Cuba nel ’97 e ricordo che sul terreno c’erano molte giovani piante, quindi la germinazione, nelle giuste condizioni, non dovrebbe essere difficile.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Tina,
credo non resti altro da fare che attendere…
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Mauri,
grazie, speravo si chiamasse Avicennia marina… (è la più rustica delle mangrovie)
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
Mi è spuntata un’altra piantina di un tipo diverso…wow 😀
ciao ciao
Mi hai battuto!! 😡
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Aggiungo un’altra richiesta: che specie?
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
e sai che cosa è?
e altre piantine?
Ciao Traudi,
ben tornata!
Non ho idea di cosa sia, suppongo un fruttifero, degli altri semi sono germinati gli stessi che sono germinati a te.
PS: sei stata a Kew?
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
Quanto ad altre piante esotiche, Pietro, ce n’è a iosa, e dalle fioriture strepitose. Una in particolare mi ha colpito, ma non riesco a trovarne il nome scientifico, perché nessuno la riconosce. E’ un alberello di modeste dimensioni, con foglie spesse, pelose, rotonde a forma di cuore, verde scuro, e mazzetti di fiori rosso-arancio, dalla corolla tubulare e di consistenza tipo papavero. Il contrasto di colore fra foglie e fiori è simile a quello, ma solo per il colore, del “verde melograno dai bei vermigli fior”. Fa un sacco di semi, sotto la pianta ce n’è un tappeto: sono degli involucri grossi circa il doppio di una nocciola, con dentro semi a spicchio in formazione tipo aglio. Purtroppo quelli che mi sono portata a casa sono secchi, spero in agosto di trovarne di freschi. A Sharm mi ha detto il giardiniere dell’albergo che questa pianta si chiama “cordia”, ma io non sono riuscita a identificarla. Chi mi aiuta? Grazie e ciao a tutti.
Tina
Ciao Tina,
il giardiniere è un bravo giardiniere, la pianta si chiama proprio Cordia esattamente in botanichese Cordia sebestena, queste sono alcune brutte foto della mia a inizio fioritura, i semi germinano abbastanza facilmente, come mostra l’ultima foto di uno germinato alla base della pianta. Sei sicura che i tuoi siano secchi?
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
E’ proprio questo il momento giusto ed anche la ricetta; solitamente radicano facilmente. La temperatura dovrebbe essere orientativamente intorno ai 25°C. Occorre fare asciugare il taglio (un giorno dovrebbe essere sufficiente). Quella della tua amica non ha mai fruttificato? Di solito, anche se non abbondantemente, fruttifica.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Gianni,
in teoria ciò che vogliono è sole, caldo e acqua (in contemporanea), poi si può scendere a qualche compromesso riguardo a sole ed acqua, scegliendo una posizione meno assolata per diminuirne le esigenze idriche. Non ho mai concimato e sono sempre in fiore, solo un rallentamento in pieno inverno ed in piena estate (per mancanza d’acqua), si tratta però di piante in piena terra.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
In agosto dovrei tornare a Sharm el-Sheikh, se tutto va bene. Hai qualche consiglio da darmi su semi e talee da… prelevare? Ciao,
Tina
Ciao, se ti riferisci alle plumerie, agosto non è affatto un buon momento per prelevare talee; quando la pianta è in piena vegetazione la probabilità di attecchimento si riduce notevolmente. Di semi forse non ne troverai più, essendo già volati via. Di molte altre specie tropicali potrebbero esserci invece semi già maturi.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Tina,
i semi sono proprio nei ‘salsicciotti’ (follicoli) e come detto sopra “vanno prelevati quando stanno per aprirsi”, da soli naturalmente. E’ probabile che siano giunti sulla pianta a buon punto di maturazione e che siano fertili.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Traudi,
visto che sei stata così gentile da sacrificarti mandando a me l’unico “semone” è giusto mostrartelo almeno in effigie:
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao,
vedi se qui c’è qualcosa che può esserti utile…
I – COLTIVAZIONE
1 – Crescita in natura
Ai fini della coltivazione occorre tenere presente il ciclo annuale di vegetazione nei luoghi di origine: America centrale, dal Mexico al Venezuela, e Caraibi. Le aree in cui cresce la Plumeria sono caratterizzate da due distinte stagioni, una secca e relativamente fresca, orientativamente da novembre ad aprile, corrispondente al nostro inverno, ed una caldo-umida e piovosa da maggio ad ottobre.
Al sopraggiungere della stagione secca la Plumeria entra in uno stato di dormienza, con arresto totale di vegetazione e perdita parziale o totale delle foglie. Con l’aumento della temperatura e della insolazione verso aprile la pianta esce dallo stato di dormienza e generalmente ancor prima delle foglie o contemporaneamente alla loro crescita, sviluppa l’infiorescenza; non è raro quindi vedere verso giugno piante fiorite ancora prive di foglie. Durante questo periodo le ramificazioni nate alla base della infiorescenza (generalmente tre, meno frequentemente una, due o quattro) si sviluppano ed in varietà particolarmente fiorifere ed in condizione di coltivazione ottimale alla cima di uno o più di questi nuovi rami può prodursi una nuova infiorescenza. I rami che non hanno fiorito (a volte possono fiorire successivamente nel prosieguo della stagione vegetativa) riprendono la loro crescita continuando ad allungarsi; una caratteristica infatti di questa pianta è quella di ramificare solo in corrispondenza della infiorescenza, a meno che l’apice vegetativo non sia stato danneggiato od il ramo tagliato.
1.1 – Coltivazione in vaso
Tranne situazioni climatiche particolarmente favorevoli, quali si incontrano nelle aree costiere della Sicilia, questo albero tropicale deve essere coltivato in vaso per potere essere riparato in inverno, dato che non sopporta temperature intorno allo zero, o poco sotto, specie in connessione ad elevata umidità ambientale e del suolo. Quanto segue naturalmente può essere applicato alle piante in piena terra, mutatis mutandis.
– Inverno
Nel tardo autunno, col diminuire delle temperature e della luminosità ed il conseguente rallentamento della vegetazione, le innaffiature andranno progressivamente diradate fino ad essere sospese del tutto e le piante poste in luogo riparato dalla pioggia, se non lo sono già, o all’interno nei climi meno favorevoli. In questo periodo la Plumeria non ha praticamente bisogno di cure e può essere quasi ‘dimenticata’, il locale può essere poco luminoso, o quasi al buio (anche se personalmente lo sconsiglio), ma ventilato ed asciutto e con temperature che non scendano mai sotto i +6, +7 °C. E’ in questo periodo di stasi vegetativa, o meglio verso il suo finire, che vanno effettuate le operazioni di rinvaso e/o di rinnovo, anche parziale, del terriccio. Se si hanno problemi di spazio, come ad esempio nei classici balconi del centro storico di Palermo, può essere utilizzato per molto tempo un vaso della stessa dimensione, togliendo delicatamente il terriccio in superficie o lateralmente al pane di terra, insieme con le radici più sottili, cosa che non reca gran danno dato che queste generalmente in inverno seccano; lo spazio lasciato libero sarà riempito con terriccio fresco. In questo periodo, come in natura, la Plumeria perde in tutto od in parte le foglie; se necessario possono essere tagliate (non strappate per evitare marciumi all’attaccatura al fusto) lasciando una piccola porzione del picciolo, che successivamente cadrà da solo; in letteratura si consiglia di lasciare 2 cm, ma ovviamente non è il caso di essere precisi al millimetro.
Infine, sempre sul finire dell’inverno, è il momento di potare, se strettamente necessario anche per ricavare talee per la moltiplicazione, con un attrezzo sterilizzato effettuando un taglio netto ed inclinato per consentire lo scivolamento di eventuale pioggia sul moncone. E’ da tenere presente che il o i rami che nasceranno sotto il taglio potranno impiegare, a seconda della varietà e delle condizioni di coltivazione, anche più di un anno per fiorire.
– Primavera
All’inizio della primavera, non appena le temperature minime esterne lo consentono (superiori ad almeno +10, +12°C), le piante riparate all’interno vanno messe in piena luce in posizione preferibilmente esposta a sud, dato che per fiorire bene hanno bisogno di almeno 6-8 ore di sole al giorno. Appena le piante danno segno di iniziare a vegetare si possono riprendere con gradualità le innaffiature, lasciando asciugare bene il terriccio tra l’una e l’altra. E’ anche il momento di concimare, utilizzando preferibilmente concimi a lenta cessione ricchi in fosforo e poveri in azoto, per evitare una eccessiva crescita dei rami, con conseguente problemi di ingombro. Occorre comunque moderazione nelle dosi, dato che queste piante in natura vivono in suoli molto poveri e le fini radici che vengono emesse alla ripresa vegetativa sono particolarmente delicate e possono essere sensibili ad un eccessivo accumulo di sali nel terriccio, specie in un ‘ambiente’ limitato come quello di un vaso. Parallelamente all’aumento delle temperature e dell’insolazione si sviluppano le infiorescenze e le foglie, a volte queste ultime con leggero ritardo rispetto alle prime, come in natura.
– Estate
E’ la stagione della piena fioritura e vegetazione della Plumeria; i fiori iniziano ad aprirsi a fine maggio- primi di giugno o poco più tardi, a seconda della varietà, dell’esposizione (più o meno favorevole) e dello stato di ‘salute’ globale della pianta. Le innaffiature vanno effettuate con regolarità, lasciando però sempre asciugare il terriccio. In questo periodo possono esserci attacchi di parassiti, acari (il classico ‘ragnetto rosso’) in primo luogo e cocciniglie, specie in situazione di scarsa ventilazione, che in caso di gravità vanno affrontati con i prodotti specifici.
– Autunno
Già a fine settembre inizia ad essere evidente un rallentamento della vegetazione, la crescita delle foglie rallenta drasticamente e le infiorescenze residue producono fiori sempre più piccoli e di colore più pallido. Parallelamente le innaffiature vanno diminuite in quantità e sempre più distanziate nel tempo, per preparare le piante alla stasi invernale.
II – RIPRODUZIONE
2 – Esistono tre differenti modi di riproduzione della Plumeria: da seme, da talea e da margotta. A questi si può aggiungere l’innesto, che non è esattamente un metodo di riproduzione, ma presenta certi vantaggi nel campo amatoriale.
2.1 – Riproduzione da seme
E’ questo ovviamente il metodo naturale, ma a parte l’uso per ottenere nuove varietà è il meno utilizzato nel campo amatoriale. Ciò è dovuto in parte alla solitamente scarsa o nulla fruttificazione nei nostri climi e nelle piante coltivate in vaso (in piena terra in certe varietà può essere relativamente abbondante), in parte al fatto che le piante ottenute non è certo che abbiano le caratteristiche dei genitori, ma sopratutto per il tempo necessario alla prima fioritura, 3-5 anni in teoria, che possono essere molti di più nei nostri climi. I caratteristici ‘follicoli’ impiegano 8, 9 mesi a maturare ed i semi vanno prelevati quando stanno per aprirsi. I semi sono piatti, romboidali con una caratteristica ‘ala’ lunga 2, 3 cm. Prima della semina molti consigliano di distendere per una notte i semi tra due strati di carta assorbente inumidita e mettere a dimora solo quelli che al mattino presentano un evidente rigonfiamento, tralasciando gli altri perchè molto probabilmente non ‘vitali’, la germinazione comunque può avvenire anche senza questo pretrattamento. I semi vanno interrati per tutta la loro lunghezza, l’ala può essere tolta o lasciata a mo’ di segnale. Per il terriccio esistono tante formule ed ognuno può prepararsi il proprio, ciò che è importante è che deve essere poroso, drenante e poter trattenere l’umidità, come ad es. uno costituito per il 50-60% del classico terriccio per la semina di succulente, ulteriormente ‘alleggerito’ con agriperlite o sabbia di fiume o pomice di pezzatura 3-6 mm. Per diminuire il rischio di marciumi in fase di germinazione il terriccio può essere sterilizzato o trattato con apposito fungicida. Il vaso con il terriccio inumidito va quindi messo in un luogo molto luminoso ad una temperatura orientativamente non inferiore a 20°C; per mantenere l’umidità può essere chiuso in un sacchetto di plastica trasparente o coperto con analogo foglio. La germinazione avviene solitamente nel giro di 2, 3 settimane.
2.2 – Riproduzione da talea
La talea si preleva con un taglio netto alla fine dell’inverno, scegliendo preferibilmente una porzione di ramo cresciuto nella precedente stagione della lunghezza compresa tra 20 e 40 cm (potrebbe essere anche più lunga, ma potrebbe dare problemi di stabilità), con talee di lunghezza inferiore si hanno meno probabilità di riuscita. Il taglio, se in corrispondenza ad una ramificazione, va fatto a qualche centimetro dalla stessa. La talea viene quindi fatta asciugare per almeno una decina di giorni in ambiente fresco e ventilato, può all’occorrenza essere conservata per più tempo, anche mesi, ma è bene evitare un suo eccessivo raggrinzimento, sintomo di disidratazione, perchè contrariamente a quanto spesso ritenuto, in queste condizioni il radicamento è meno probabile. Al fine di minimizzare nei nostri climi il rischio di marciume è opportuno interrare la talea per una lunghezza intorno a 3 cm, ossia inferiore a quella consigliata nelle pubblicazioni e siti specializzati, anche perchè l’emissione delle radici avviene solamente dal ‘callo’ che si forma alla base. Importante è inoltre la stabilità della talea durante la radicazione, che avviene con l’emissione di radici filiformi molto delicate e la cui rottura può ritardarne il processo, occorre quindi mantenere ben ferma la talea con un tutore od altro. Le talee poste a radicare vanno posizionate possibilmente in pieno sole ed il terriccio, la cui composizione può essere la stessa di quella indicata per la semina, mantenuto sempre leggermente umido. La radicazione avviene nel giro di qualche mese ed è testimoniata dalla produzione di foglie dalle dimensioni tipiche della varietà di appartenenza.
2.3 – Margotta
La margotta può effettuarsi su porzioni di fusto di qualsiasi lunghezza, anche ramificati. Si opera nel modo classico in autunno ed all’inizio della primavera, quando le radici hanno già riempito il manicotto, si procede al taglio ed alla messa a dimora in vaso. In questo modo possono facilmente ottenersi piante di discrete dimensioni e di più sollecita fioritura.
2.4 – Innesto
Si può ricorrere a questa tecnica per le varietà più delicate, innestandole su varietà risultate più resistenti ed eventualmente poco fiorifere, per salvare porzioni di fusto troppo corte per farne una talea con buona probabilità di radicazione o semplicemente per avere sulla stessa pianta varietà dai colori diversi. Possono utilizzarsi diverse modalità, ma ciò che è importante è utilizzare sezioni dimensionalmente simili per il nesto ed il portainnesto, al fine di far combaciare il ‘cambio’, ossia quella porzione anulare dei fusti in grado di fondersi per proliferazione cellulare creando una continuità tra le due parti. L’innesto andrebbe fatto quando la pianta individuata come portainnesto è in piena vegetazione, mentre il ramo ad innestare dovrebbe essere prelevato da una in stato di dormienza, per conciliare le due situazioni si può prelevare il ramo da innestare alla fine del periodo di stasi e conservarlo come per le talee, tagliandone la porzione finale al momento dell’innesto; per la riuscita dell’operazione infatti il taglio ed il congiungimento delle parti deve essere effettuato in un breve lasso di tempo. Per tenere ferme ed in contatto le due parti si può usare del nastro adesivo capace di resistere alle intemperie per qualche mese, tipo quello per imballaggi o isolante.
III – MALATTIE ED AVVERSITA’
3 – La Plumeria è una pianta molto resistente alle malattie, nei nostri climi il suo peggior nemico è il marciume apicale, che compromette la fioritura, e quello radicale che può portare velocemente alla morte l’intera pianta, dovuti alle basse temperature ed alla umidità ambientale e del substrato. L’unico rimedio è evidentemente la prevenzione: deve essere particolarmente curato il drenaggio dei vasi, preferibilmente in coccio, il terriccio deve essere poroso e drenante, come detto; se coltivate permanentemente all’esterno, dove le minime invernali lo consentono, deve scegliersi una posizione esposta a sud, riparata per quanto possibile dalle piogge invernali, per rispettare il periodo di riposo invernale.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Gianni,
puoi inserire una foto della tua purpurea (il fiore in particolare)?
Grazie
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Vito,
la pianta al momento non è molto compatta e pienamente caratterizzata, potrebbe trattarsi di una forma variegata di Yucca filamentosa (molto probabile) o Yucca glauca, ambedue hanno la caratteristica di essere cespugli bassi e resistere a temperature inferiori a – 20°C (!!). Esistono comunque altre specie di Yucca variegate.
Ciao
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
E dove si può trovare questa bellissima specie ?
Ho acquistato i semi molti anni fa all’estero e di solito è nei cataloghi di semi di specie tropicali e subtr., ad ogni modo produce molti semi che maturano in estate….. Penso però che il clima di Rovigo non sia adatto per la piena terra ed in vaso, pur fiorendo, non ha la stessa fioritura copiosa.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Vito,
felicitazioni per lo scampato pericolo e grazie per l’informazione. Questi dati sono utilissimi, specie quando si riferiscono a piante non molto diffuse.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Lucia,
sei sicura che l’auritum sia morto?, Solitamente emette polloni lungo le radici anche se la parte aerea viene azzarata, ti conviene aspettare un poco prima di buttarli.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/