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      30 Giugno 2007 alle 19:08 - Views: 735 #11088

      Chiamato in causa da Pietro, intervengo volentieri in questa discussione sulla Chonemorpha fragrans, verso cui sono stato attratto dalla mia passione per le Apocynaceae. Essendo veramente difficile aggiungere qualcosa alla trattazione di un argomento affrontato da Pietro, parlerò brevemente della mia esperienza. Ho avuto da Lucia una prima Chonemorpha due anni fa; sulla base di informazioni sbagliate l’ho collocata in pieno sole, ma il trauma dell’impatto con l’estate siciliana l’ha fatta avvizzire e morire in breve tempo. Poco più di un anno fa ne ho avuto da Lucia un altro esemplare che, forte dell’esperienza fatta e delle maggiori informazioni acquisite nel frattempo, ho trattato diversamente. L’ho collocata a mezzombra in un vaso con una buona percentuale di torba, per rispettarne l’acidofilia. In inverno ha perso del tutto le foglie, ed io ho sospeso le innaffiature. Le ho riprese, con ritmo settimanale, all’inizio della primavera quando la pianta ha dato i primi segnali di ripresa vegetativa. La crescita è stata rapida e vigorosa, con il raggiungimento di un’altezza superiore al metro e la produzione di bellissime ‘foglione’ morbide, lunghe quasi una quarantina di cm. A maggio la pianta ha prodotto due grandi infiorescenze e il primo fiore si è aperto circa tre settimane fa, esattamente lo stesso giorno della pianta di Pietro, tenuta in terra in condizioni differenti. I grandi fiori, conformati ad elica, sono spettacolari ma delicati e caratterizzati, come indica il nome della pianta (fragrans), da un delicato profumo con sentori di frutta esotica. Dall’inizio della fioritura la pianta ha iniziato a manifestare maggiori esigenze idriche e le innaffiature sono dovute diventare quasi quotidiane.

      Attilio Carapezza
      Palermo

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        1 Aprile 2006 alle 12:46 - Views: 763 #8874

        La tua domanda su quale delle isole Canarie visitare ha una sola risposta: Tenerife. Ci sono almeno tre ragioni: è la più estesa dell’arcipelago, quella che raggiunge la maggiore altitudine con i 3718 m del Pico del Teide, e quella che occupa la posizione centrale rispetto alle altre isole. I primi due fattori determinano la presenza del più alto numero di ambienti naturali differenti, distribuiti sulle varie fasce altitudinali; il terzo fa sì che l’isola non risenta né di un’eccessiva vicinanza alla terraferma, come Fuerteventura che è naturalisticamente la più simile agli ambienti aridi del Nordafrica, né di un’eccessiva distanza, come Hierro, che causa una riduzione della biovarietà. Grazie all’effetto combinato di questi fattori Tenerife ha un numero di specie di piante molto più alto (più di 1.400) rispetto a tutte le altre isole. Il rovescio della medaglia è che Tenerife è l’isola più turisticizzata, con albergoni che invadono quasi tutte le coste; malgrado ciò si possono ancora trovare ambienti naturali ben conservati.
        Attilio
        Palermo

        In risposta a Gelsomini
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          28 Febbraio 2006 alle 18:43 - Views: 813 #8783

          Una precisazione: quello di “scursunera” a Palermo è il sorbetto al gelsomino, non la granita, come a Trapani. Sino agli anni ’60 l’abbinamento di gusti di gelato più tradizionale a Palermo era appunto “scursunera e cannella”, una vera delizia per il palato. Oggi, purtroppo, sono pochissime le gelaterie che in città propongono ancora questi antichi sapori.
          Attilio

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            24 Giugno 2005 alle 20:54 - Views: 905 #7704

            Ringrazio Franco e Titty per i complimenti; il merito, comunque, è tutto delle piante e del clima.
            Franco, rispondere alla tua domanda non è semplice, perché ho sempre trovato piuttosto difficile, ed estrememente soggettivo, descrivere un profumo, ma ci provo lo stesso.
            La bianca palermitana ha (secondo me) un intenso profumo di gelsomino vanigliato con forti sentori di gardenia; la tricolor profuma esattamente di rosa.
            Titty, che siano aromi intriganti non c’è dubbio, inebrianti certo, anche afrodisiaci, forse!
            Attilio
            PALERMO
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              23 Giugno 2005 alle 18:01 - Views: 914 #7701

              Una precisazione relativa alle due foto di Plumeria rubra inserite nel messaggio precedente; la prima è una forma della var. tricolor; la seconda è la tipica bianca palermitana a fiori grandi (diamentro di circa 8 cm) e profumatissimi.
              Attilio
              Palermo
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                23 Giugno 2005 alle 17:47 - Views: 915 #7700

                Ciao Titty,
                rispondo alla tua richiesta anche se non sono uno dei tuoi diretti interpellati. Da quello che dici la tua plumeria è un esemplare scarsamente fiorifero. Le piante di plumeria producono nuovi rami quando fioriscono, biforcandosi o triforcandosi nel punto di emissione dello scapo floreale. La descrizione che dai della tua pianta conferma esattamente il tuo racconto: il tronco è cresciuto sino alla sua ragguardevole altezza senza mai fiorire e poi, dopo l’unica fioritura, si è suddiviso in tre diramazioni.
                Temo che, oltre all’uso di un concime ad alto tenore di fosforo, non ci siano altri rimedi per stimolare ulteriori fioriture se non curare la corretta esposizione, a sud dove la pianta possa ricevere la massima insolazione.
                Produrre per talea nuove piante sarebbe perfettamente inutile; poiché la riproduzione per talea è una forma di clonazione, le piante che si ricavano ereditano tutte le caratteristiche della pianta madre, compresa (nel tuo caso) la scarsa propensione alla fioritura.
                Infine, è possibile ottenere talee da segmenti di tronco; è importante ricordarsi di segnare la direzione (si può fare una freccia verso l’alto con un pennarello), in modo da essere sicuri di piantare in terra la parte bassa. Dopo un po’ di tempo (4-8 settimane) si noterà una corona di nuovi germogli al di sotto del taglio apicale; personalmente non amo questa tecnica perché i nuovi rami tendono a crescere per qualche anno paralleli e ravvicinati, con un risultato estetico poco gradevole.
                Allego le foto di due varietà che mi sono appena fiorite.
                Attilio
                Palermo
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                  3 Giugno 2005 alle 10:08 - Views: 966 #7590

                  Ciao Tina,
                  il segno dell’avvenuto radicamento di una talea di plumeria è dato soltanto dalla crescita di nuove foglie. Nel periodo propizio (primavera-inizio estate) il processo richiede circa 6-8 settimane, ma ci sono molte variabili. Dopo la comparsa delle foglie si possono iniziare le regolari innaffiature estive, circa ogni 10-15 giorni, avendo sempre cura di lasciare prima completamente asciugare il substrato.
                  Può avvenire talvolta che in estate una talea messa a radicare da poco produca una infiorescenza; questo non dimostra l’avvenuto radicamento, ma si tratta di un evento che in quell’apice vegetativo era stato programmato quando si trovava ancora attaccato alla pianta madre. Lo stress del taglio accelera la fioritura facendo indirizzare tutte le energie della pianta verso un ultimo, disperato tentativo di riproduzione. La priorità data alla fioritura avviene però a scapito della produzione di radici. Si nota spesso, infatti, che la talea quando fiorisce comincia a raggrinzirsi. A questo punto, mettendo da parte la gioia e la curiosità per la fioritura che si annunzia, bisogna compiere l’atto apparentemente crudele di tagliere alla base lo scapo floreale, in modo da indirizzare le energie della pianta verso la produzione di radici.
                  Attilio
                  Palermo
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                    5 Maggio 2005 alle 18:58 - Views: 915 #7523

                    Ciao Zanzibar, consiglierei di non tagliare la punta, tranne che non si noti che l’avvizzimento comincia a discendere lungo il ramo, causando un processo di marcescenza (si comprende facilmente al tatto, dalla consistenza molliccia, e dall’aspetto raggrinzito). L’apice avvizzito, una volta completamente disseccato, cederà facilmente a una lieve pressione delle dita staccandosi. Ma si può anche aspettare che cada da solo; la sua presenza non interferisce comunque con la (lenta) ripresa della pianta.
                    Attilio
                    Palermo

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                      5 Maggio 2005 alle 13:33 - Views: 907 #7521

                      Il fatto che la punta della plumeria stia avvizzendo può significare che la pianta ha sofferto del freddo eccezionalmente prolungato di questo inverno; le conseguenze si manifestano in primavera, a partire da aprile. Le punte che hanno sofferto si anneriscono e si raggrinziscono sino a staccarsi. La pianta però sopravvive; al di sotto della estremità, prima del suo distacco, la pianta sviluppa una zona callosa protettiva e, dopo qualche tempo, dà vita a un nuovo apice vegetativo laterale.
                      Almeno per la plumeria, quindi, non disperare.
                      Attilio
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                        19 Febbraio 2005 alle 11:23 - Views: 1001 #7238

                        Ciao Lulu,
                        condivido pienamente la tua diagnosi; Linda Gail si dimostra una varietà particolarmente affascinante per la delicatezza e l’equilibrio cromatico.
                        Complimenti a Fiorenza per la bella foto e per esserne la fortunata (e invidiabile!) proprietaria.
                        Attilio
                        Palermo
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                        In risposta a La pianta del mese
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                          14 Febbraio 2005 alle 17:45 - Views: 961 #7288

                          Lulu, non c’è bisogno di andare ai tropici: su Aristolochia vivono anche alcune delle più belle farfalle europee, appartenenti alla famiglia Papilionidae. In Italia è il caso della Zerynthia polyxena, il cui bruco si sviluppa su A. rotunda.

                          Attilio
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                            11 Febbraio 2005 alle 16:55 - Views: 1010 #7233

                            Ciao Pietro,
                            (scusate anche me per il ‘fuori tema’) in effetti sono a conoscenza di un’iniziativa sulle Plumerie in cantiere all’O.B. che dovrebbe coinvolgerci entrambi. Penso che sarebbe preferibile parlarne direttamente (e-mail o telefono a tua scelta).
                            Attilio
                            Palermo
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                            attilioPosts: 17
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                              10 Febbraio 2005 alle 18:37 - Views: 1014 #7231

                              Ciao Pietro,
                              hai ragione, è estremamente difficile giudicare da una foto, e da una foto di cattiva qualità come quella che ho inserita. Me ne scuso, ma era l’unica di cui disponevo di quella varietà. Per di più era stata realizzata in ombra, con un fiore caduto a terra, e quindi un po’ moscio, che tenevo con la sinistra mentre impugnavo la macchina fotografica con la destra.
                              Quanto alla generosa offerta della descrizione della palermitana, direi che ti spetta proprio in considerazione della paternità dell’identificazione. Ma ne potremo riparlare in seguito.

                              A Lulu dico che sicuramente le farò avere dei semi di questa forma.

                              A Blasco che ha ripreso il discorso sugli innesti vorrei segnalare che alcuni coltivatori americani hanno sostituito la tradizionale tecnica della talea fatta radicare con quella della talea innestata, utilizzando come portainnesto giovani piante di due anni. I vantaggi starebbero in un generale accorciamento dei tempi di fioritura, nella possibilità di utilizzare anche talee molto corte e di ottenere buoni esiti anche con varietà riluttanti a radicare.
                              Attilio
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                              attilioPosts: 17
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                                6 Febbraio 2005 alle 12:46 - Views: 1169 #7225

                                Ciao Pietro,
                                la obtusa di cui parlo è coltivata in vaso in una zona aperta dove rimane tutto l’anno; devo precisare che i semi non hanno germogliato, probabilmente erano sterili perché sviluppatisi in condizione estreme per la specie. Quanto a me possiedo due talee di obtusa che in inverno sto tenendo dentro casa ottenendo da una delle due una produzione di foglie in buone condizioni.
                                Quanto alla varietà “nuova”, mi ero accorto anche io della esistenza di questa forma di cui c’è un esemplare arboreo all’Orto Botanico (non conoscevo quello di Mondello). Mi avevano colpito le grandi dimensioni dei fiori, larghi 10-12 cm (come si vede dalla foto in cui uno viene tenuto da una mano non minuta), e il fatto che fossero completamente inodori. Non credo che questa forma abbia mai ricevuto un nome; se ti interessa, di questa ho dei semi.

                                http://img.photobucket.com/albums/v644/attilio/biancasemi.jpg

                                Vorrei aggiungere infine una precisazione sulla “lutea”; una caratteristica di questa forma è che la pagina inferiore della foglia è fortemente pruinosa, quasi tomentosa, a differenza delle altre varietà di P. rubra in cui entrambe le superfici delle foglie sono glabre.
                                Attilio
                                Palermo
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                                attilioPosts: 17
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                                  5 Febbraio 2005 alle 10:09 - Views: 1171 #7220

                                  Pietro grazie per i complimenti, che venendo da te fanno particolarmente piacere. L’indicazione che ho data sulla provenienza della acutifolia di Palermo (la potremmo battezzare “panormitana”) è una robusta ipotesi che emerge da una ricerca in corso di cui potremo riparlare in seguito. Quanto a me ho una ventina di piante, ma mi piace documentarmi e fotografare anche esemplari non miei. In questo periodo mi appassiona la coltivazione di plumerie a partire da semi nati a Palermo. Nel 2004 moltissime piante hanno prodotto semi, secondo me a seguito dell’estate eccezionalmente calda e prolungata del 2003. Conosco, e l’ho documentato, addirittura un caso di fruttificazione di una Plumeria obtusa, specie assai più termofila della P.rubra.
                                  Attilio
                                  Palermo
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                                  attilioPosts: 17
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                                    4 Febbraio 2005 alle 10:03 - Views: 1116 #7217

                                    A Pietro Puccio e Martina
                                    Ho letto con qualche ritardo sul forum l’interessante discussione sulla plumeria opportunamente eletta pianta del mese. Le indicazioni di Pietro sono sempre preziose per tutti. Aggiungerei che la pianta madre della forma di P. rubra più diffusa a Palermo è quasi sicuramente originaria del sud-est asiatico.
                                    Ho notato che si è parlato della cosiddetta forma “lutea”. Poiché dispongo di immagini, provo ad inserirle. Si tratta del fiore sulla pianta, di un fiore tenuto in mano e di un follicolo con alcuni semi. I semi sono stati prodotti da una pianta coltivata a Palermo.



                                    Attilio
                                    Palermo
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                                      27 Gennaio 2005 alle 13:26 - Views: 906 #7181

                                      Scusate, ma il precedente è stato un erroneo tentativo di inserimento dovuto ad inesperienza di forum. Ne approfitto per presentarmi. Vivo a Palermo, e faccio parte della ampia schiera di appassionati palermitani di plumerie (noi le chiamiamo “pomelie”). Di queste piante mi interessano tanto la coltivazione, quanto gli aspetti storico-sociali e etno-naturalistici che caratterizzano il rapporto con queste straordinarie piante della città di Palermo dove, parafrasando un celebre slogan pubblicitario, “se non c’è plumeria non c’è casa”.
                                      Attilio

                                      Scritto Da – attilio on 27 Gennaio 2005 13:36:48