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Ciao, in effetti sono difficili da far germinare per la dura superficie esterna del seme. Il metodo migliore sarebbe scarificarli con acido solforico, ma data la pericolosità della procedura te lo sconsiglio vivamente, un sistema alternativo abbastanza efficace è versare acqua calda sui semi e poi lasciarli in acqua per un giorno, i semi che affondano sono quelli a più alta germinabilità. Lo schinus si può anche riprodurre per talea semi legnosa e margotta. I semi vanno posti in superficie perchè necessitano di luce per germinare.
Grazie Pietro! sempre puntuale e utile nelle risposte.
Allora io ho seguito il metodo tradizionale: 48h in acqua a temp. ambiente e poi li ho messi a dimora in un mix di torba e terra in un vaso avvolto da un sacchetto trasparente e lontano dalla luce diretta.
Sapevo del metodo per talea ma, visti gli scarsi successi in passato, questa volta voglio tentare “per seme”.
Sono a dimora dal 17 settembre.
Ancora nulla.
P.S.
Voglio provare pure con i semi di tiglio – non appena disponibili – con lo stesso metodo.
Mi dispiace, che riposi in pace.
Anche se non lo conoscevo, mi unisco al dolore di tutti, specie di chi ha avuto modo di conoscerlo personalmente.
Pietro,
spero che il tuo “ultimo viaggio” non sia nulla di certo e definitivo.
In bocca a lupo per tutto.
Il tuo album di foto è fantastico. Complimenti!
🙁 🙁
Mi dispiace.
Da qualche tempo osservo come il Punteruolo stia prendendo anche le Chamaeropsis h., palma endemica del bacino del mediterraneo.
Complimenti frenk
Ciao Pietro.
No, lo escludo. La Brachychiton acerifolius la conosco (riprodotta da seme) ed è diversa.
Grazie cmq per la risposta tempestiva. 😉
Ciao a tutti.
Utilizzo questa pagina creata tanti anni fa da hans. thomas per chiedervi anch’io l’identificazione di una pianta.
In particolare si tratta di un albero, con i semi racchiusi in delle bacche, tronco liscio e grigio, che ho visto a Canicattì (AG). Lo avevo già notato altrove, scoprendo pure il nome, ma poi me lo sono dimenticato.

Ok, grazie.
Dopo quanti anni, Pietro?
Grazie per i consigli, Pietro.
Allora speriamo che nascano e crescano bene… Vi aggiorno man mano 😉
Ciao Pietro.
Ho acquistato semi di V. arecina… secondo te ci sono chance di sopravvivenza alle nostre latitudini?
Hai esperienze in merito?
Ho letto la tua scheda su monaconatureencyclopedia.
Davvero un bell’esemplare, complimenti hans!
Per caso hai qualche pianta/seme? vorrei provarla anch’io. 🙂
Sono curioso anch’io di vederle…
Per curiosità, le coltivi in piena terra o in vaso?
Vero.
Ho notato che sta prendendo sempre più piede tra le Chamaeropsis, le nostre uniche palme endemiche.
Un vero peccato. Mi spiace.
cerca i siti di:
Piante Faro
Spazio Verde Vivai (Vittoria)
Massimo Sallemi (Vittoria)
Vivai Leone (Balestrate)
Vivai Ruta (Marina di Ragusa)
quelli che mi vengono in mente per il momento.
Ieri ho nuovamente raccolto dei semi di Brachytion, questa volta sicuro una “discolor” e l’altra “acerifolius red”:
(purtroppo dovendo ridurre la dimensione dell’immagine la qualità non è delle migliori….)

Ciao Pietro.
Grazie per la info. Appena le foglie saranno definite le osserverò e ti/vi farò sapere.
Buona giornata.
Per la cronaca, stanno nascendo le prime plantule dai semi piantati in quei giorni. 🙂
Sono sorpreso anch’io. Non l’avrei mai detto potessero essere coltivate(? poi bisogna vedere se e per quanto resistono) a quelle latitudini.
Di quale Archontophoenix si tratta?
link parco a Marbella (Spagna):
In ogni caso non ne ho mai visto una multicaule.
Mi spiace. Spero si riprendano.
Ma a parte qualche parassita, potrebbe essere un problema legato al terreno? eccesso o mancanza di qualche elemento?
O qualche sostanza nociva che vi è finita accidentalmente?
Dicono che Malaga (Spagna) abbia un clima simile a quello delle principali città costiere siciliane e del sud Italia.
Eppure lì sembra che la Roystonea regia sia più ampiamente diffusa e si coltivi pure nei parchi pubblici e lungo le aiuole:

Mi chiedo quando anche da noi prenderà definitivamente piede.
Ciao Pietro.
Sì, per la seconda Brachychiton c’ero arrivato cercando sul web. Dovrebbe essere la ‘discolor’. Come frutto presenta della bacche marroni chiare e grosse (palmo di una mano) con all’interno dei semi che ricordano i chicchi di mais.
Per la seconda, devo approfondire.
Buongiorno a tutti.
Chiedo l’identificazione di queste due specie di alberi, anche abbastanza comuni, di cui ho raccolto i semi.
La prima dovrebbe essere una Fabacea (somiglia alla Robinia pseudacacia ma non lo è),
l’altra ha foglie simili all’Acero ma non riesco proprio a capire di che specie si tratta.
Grazie a chi mi darà risposte.


Grazie per il contributo, Pietro.
Questa palma sta diventando sempre più bella. Spero possa anche fruttificare presto e adattarsi al nostro clima.
Ciao Pietro.
Hai qualche aggiornamento sulla Veitchia joannis da mostrarci? 🙂
Livistonia saribus
Tra poche ore l’Orto Botanico di Palermo riceverà in dono un esemplare di Livistonia saribus intitolata al Cav. Venerando Faro, donata dall’azienda florovivaistica “Piante Faro” di cui è fondatore.



non concordo sulla rusticità della dactylifera, seppur riportato da alcuni testi, ho potuto riscontrare che l’umidità associata al freddo le è fatale. a differenza della canariensis che a parità di condizioni, si defoglia ma non muore. esperienza fatta chiaramente al nord italia.. http://picasaweb.google.com/flaviofrr Scritto Da – ice on 01 Maggio 2009 22:54:30
Concordo.
Per me le canariensis sono indubbiamente più rustiche delle dactyfera.
La dactyfera, di contro, è più immune all’attacco del punteruolo rosso.
Molto bene, Pietro.
Io giusto stamane ho piantato dei semi di Sabal palmetto e Butia capitata (roba comune, nulla di che) che ho raccolto in quest’ultimo periodo in delle aiuole pubbliche.
Nel mentre ho visto che anche i semi di Archontophoenix tuckeri che avevo messo a germinare con il baggie-method stanno continuando, è proprio il caso di dirlo, a “dare i loro frutti” (:D). Le altre tuckeri che sono spuntate tra fine agosto/inizi settembre continuano a crescere tranquillamente.