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    In risposta a litchi
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      2 Marzo 2012 alle 13:03 - Views: 866 #32066

      Non dovrebbe amare (leggi: muore) temperature inferiori a un paio di gradi sotto lo zero. Confermo il suggerimento di Caio. Per il resto, trattala come tratteresti un limone. Ama i terreni leggermente acidi. Odia il vento.

      In risposta a Musa acuminata
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        1 Marzo 2012 alle 1:16 - Views: 704 #21469

        Che dimensioni hanno i vasi? ;)

        In risposta a Boswellia sacra
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          25 Febbraio 2012 alle 13:42 - Views: 730 #21433

          Buona fortuna. Io l’ho cercata per anni. Per un breve eccitante momento ho avuto anche chi passava dallo yemen e aveva un permesso per esportare semi…. ma si è scordato. -.-
          Comunque se la trovi non sarà facile trovarla a prezzi umani.
          A dirti la verità è qualche anno che ci ho rinunciato, magari negli ultimi tempi la situazione è cambiata e adesso si trova con più facilità.
          Se ti interessa ad ogni modo ci sono altre piante “dell’incenso”.

          In risposta a seme o innesto?
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            14 Febbraio 2012 alle 12:55 - Views: 676 #32005

            Anche io ti sconsiglio fortemente la partenza da seme.
            La partenza da seme ha senso solo in 3 casi:
            1)Procurarsi portainnesti
            2)Selezione di nuove varietà, ben sapendo che in genere servono spazi e numeri di semi immensi (migliaia) e i semi comunque dovevano essere frutto di impollinazioni controllate
            3)Sperimentare con piante che non si sono mai coltivate, e quindi rifiutare l’investimento economico in un clone superiore per un ragionevole timore dei rischi.
            Per un piccolo frutteto questi tre vantaggi sono abbastanza relativi (in genere) quindi meglio partire con piante innestate, se si è sicuri che non muoiano.

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              13 Febbraio 2012 alle 13:58 - Views: 852 #31982

              Non mi sembra sia stato detto, ma dato che la delicatezza dell’apparato radicale dell’asimina è leggendaria, se non hai intenzione di acquistare piante già innestate (cosa che comunque ti consiglio) forse ti conviene seminare direttamente nel vasi di coltivazione per evitare il più possibile trapianti e conseguenti arresti vegetativi. Ti rimando, se non hai già dato una occhiata, alla relativa pagina di wikipedia.

              In risposta a Addio Paolo
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                7 Febbraio 2012 alle 2:16 - Views: 807 #21138

                Che spiacere, ho letto decine e decine di messaggi suoi da cui ho tratto sempre spunti ed idee interessanti per le mie coltivazioni tropicali, ora questo posto mi sembrerà un po’ più vuoto…
                Non lo conoscevo personalmente ma mi spiace. Alla fine credo che quando muore una persona con passioni simili alle nostre un pochino muore qualcosa anche dentro di noi, perché in questa persona un po’ ci riconoscevamo.

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                  3 Febbraio 2012 alle 20:04 - Views: 810 #31900

                  Come dimensioni dei mango ti consiglio di prendere degli alberelli già formati.
                  E’ importante che siano innestati, come ti dicevo, perché piante da seme vanno a frutto molto più tardi e il frutto può anche risultare di qualità mediocre (molte fibre, aroma di trementina). Ci sarebbero le varietà poliembrionali che esulano da questa regola per quanto concerne la qualità del frutto, ma a mio avviso non vale la pena comunque, perché rispetto ad una pianta innestata hanno comunque un ritardo nella fruttificazione. Innestare il mango non è semplice, mi dicono: io non c’ho mai provato, ma credo si possa innestare solo a spacco e solo con difficoltà a gemma.
                  Le piante innestate si disinguono dalle franche come per gli altri fruttiferi, a causa di una soluzione di continuità piuttosto netta nella corteccia.
                  In sicilia non dovresti avere problemi a trovarne. 2-3 posti dove ne vendono li conosco persino io che sono toscano.

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                    30 Gennaio 2012 alle 18:40 - Views: 924 #31890

                    Tra le piante che citi secondo me le più buone e adatte sono i mango, e le musa.
                    Tra le cultivar di mango più vigorose disponibili in italia trovi il Kent e il Keitt (ma sono a fruttificazione tardiva, ottobre novembre). Stai lontano come la peste dai Tommy Atkins. Anche Osteen è una cultivar di mango veloce, ma il frutto si dice sia di qualità peggiore. Altrimenti puoi mettere il solito Kensington Pride, che comunque è ottimo e matura tra agosto e settembre, o se vuoi un ottimo mango ma precoce, il Glenn.

                    Qui puoi trovare informazioni su ogni cultivar: http://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Cultivar_di_mango
                    Quando le scrissi/tradussi cercai di trattare solo roba reperibile in italia.
                    Per quanto riguarda altre cose più strane ti devi rivolgere all’estero temo.
                    Assicurati che le piante siano innestate e non provare a farle da seme perché rischi di trovarti col primo raccolto tra 10 anni solo per scoprire che è talmente fibroso da essere immangiabile.
                    Sugli avocado non ti so dire niente ma in sicilia dovrebbero essere abbastanza diffusi.

                    In risposta a Longan Vs Litchi
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                      15 Dicembre 2011 alle 12:17 - Views: 680 #31546

                      Non troverai piante innestate di litchi – l’innesto è quasi impossibile. Si trovano principalmente margotte di ramo, io fossi in te cercherei quelle.

                      In risposta a banani
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                        15 Dicembre 2011 alle 0:18 - Views: 818 #31524

                        Io al momento ho una Rajapuri in garage. La pianta è stata piantata a primavera (maggio inoltrato). E’ cresciuta in maniera inquietante, da 20 centimetri a oltre un metro, con un aspetto assai tozzo, senza sfrangiare assolutamente le foglie ne risentire del calore in alcun modo (temperatura picco di Firenze, questa estate, 40°: ed era a ridosso di un muretto esposto a sud – ma ammetto fosse benissimo idratata). Ha emesso a fine stagione un paio di ricacci laterali che sono ancora attaccati al rizoma.
                        A metà novembre, in occasione del crollo termico che quest’anno è arrivato tardissimo (e se non fosse stato per fine novembre avrebbe potuto essere in terra anche adesso) ho tagliato tutte le foglie e l’ho sradicata. Adesso riposa in garage: i punti dove ho tagliato le foglie sembra stiano guarendo (A contrario della dwarf namwah dove invece stanno marcendo), ma il mio garage è assai freddo e umido e ripara solo dagli eccessi termici. Mi aspetto comunque che l’intera pianta riesca a gestire minime di -1, -2 (che è la minima temperatura che mi aspetto si possa verificare in garage).
                        Avevo francamente aspettative migliori sulla Dwarf Namwah, ma questo inizio di marciume non depone a suo favore, e se non recupera rapidamente (l’ho spostata in cantina, più asciutta e secca, e spero che le parti marce divengano semplicemente secche, presto) non sopravviverà. Per cui al momento direi che la Rajapuri si comporta positivamente, al pari della Comune di Sicilia in merito al riposo fuori terra. E’ solo metà dicembre comunque, fino a i primi di maggio non si può sapere.

                        In risposta a Longan Vs Litchi
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                          15 Dicembre 2011 alle 0:03 - Views: 680 #31544

                          Per quanto riguarda il litchi il folklore vuole che abbia resistenza al freddo a metà strada tra un limone e un mango. Il logan dovrebbe essere un poco meno rustico.
                          Dal mio punto di vista proverei anche perché, certamente anche se secca non è che uno si rovina. E se ti sopravvivere vuoi mettere la soddisfazione?

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                            14 Dicembre 2011 alle 23:56 - Views: 815 #31587

                            Se vuoi un parere spassionato, mi pare una bruciatura da eccesso di concime. I mango sono piante abbastanza frugali, e si bruciano facilmente per il troppo concime. Sospendi le concimazioni e bagna abbondantissimamente per dilavare il terreno.

                            PancrazioPosts: 83
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                              17 Agosto 2011 alle 13:15 - Views: 673 #48130

                              Uhm, sembra una idea graziosa per poter avere un vero cocco in vaso, anche se mi chiedo se poi alla fine la coltivazione non divenga ancora più difficile di quanto non sia di solito; di certo la possibilità di controllare le dimensioni tramite potatura radicale per le monocotiledoni non me l’aspettavo. D’altronde però, a ben pensarci, i bonsai di bamboo sono abbastanza noti e diffusi e in fondo non ci deve essere troppa differenza. Sicuramente è comodo sa spostare; che poi possa essere adatto come pianta da interni mi lascia piuttosto dubbioso.
                              Ad ogni buon conto ho acquistato un’altra noce da cocco abbastanza promettente; vediamo se stavolta va meglio. Ho ragionato che se riesco a far cominciare la germinazione ora per tutto l’inverno dovrebbe poter sfruttare la noce e quindi non soffrire eccessivamente degli ambienti bui delle nostre case in inverno. Staremo a vedere, nel peggio caso ho buttato via un euro… ;)

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                                9 Agosto 2011 alle 15:29 - Views: 760 #48123

                                Uhm, mi sa che per un bel look tropicale mi devo comprare una casa al sud! :)
                                Vi ringrazio tutti per le informazioni, ma no, pensavo solo di dilettarmi con la cocos (che detto per inciso come pianta mi piace moltissimo) non avevo intenzione di piantare altro al momento (anche per mancanza di spazio). Purtroppo trovare noci chiaramente in germinazione non è semplice, e questo fatto che non sia possibile far seccare l’endocarpo lo rende ancora più complicato.

                                PancrazioPosts: 83
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                                  31 Luglio 2011 alle 22:13 - Views: 844 #31220

                                  Molto bella! E’ la prima volta che vedo fiorire una SDC qui da noi. Grazie sopratutto per le misurazioni, assai utili per chi volesse provare a ripetere l’esperimento in serra. :)

                                  PancrazioPosts: 83
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                                    31 Luglio 2011 alle 22:09 - Views: 744 #48114

                                    Si, è vero. Però qui da me fa troppo freddo per qualsiasi cosa che gli assomigli DECISAMENTE. Ero interessato a Beccariophoenix, ma regge solo gelate leggere, pare, e quindi ogni tanto decide di fare una puntata a -10 (una notte ogni 10 anni, in larga massima, ma alle piante questo purtroppo non importa). Pensa che hanno problemi pure le phoenix canariensis, dopo l’inverno scorso son tutte malconce…

                                    PancrazioPosts: 83
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                                      30 Luglio 2011 alle 23:50 - Views: 741 #48112

                                      Si,si, ho cercato e letto. ;)
                                      Speravo in qualche nuova esperienza; ad ogni modo suppongo che la principale informazione che mi sarebbe stata necessaria non fosse scritta da nessuna parte e l’ho imparata io da solo oggi: non lasciare la noce di cocco al sole se priva di eso/mesocarpo, il ritirarsi dell’endocarpo a causa della perdita di umidità del legno asciugato dal sole spacca la noce. Insomma, tutto da buttare e da rifare eventualmente la prossima estate.
                                      Grazie, ciao.

                                      PancrazioPosts: 83
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                                        23 Luglio 2011 alle 13:32 - Views: 711 #31111

                                        Io aspetterei che siano lignificate per bene, in pratica un annetto. Durante la germinazione non le sottoporrei anche allo shock del trapianto. Inoltre non puoi sapere quante effettivamente sopravviveranno nel tempo, per cui magari il problema si risolve da solo. In bocca al lupo!

                                        PancrazioPosts: 83
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                                          23 Luglio 2011 alle 13:29 - Views: 718 #31151

                                          Ho 3 piante di gomera di varie dimensioni. Sulla resistenza al freddo non posso dire niente perché le ho da relativamente poco tempo ed hanno svernato in serra fredda. Posso dire per certo che a 1 grado resistono un tempo praticamente illimitato (io le ho avute a 1 grado per almeno 48 ore – controllo fatto con termometro a massima-minima appeso in ombra a 50 cm dal suolo della serra). Non hanno subito danni, come del resto la Kensington che gli svernava accanto. Ho letto in giro che è una varietà usata per portainnesto non tanto per la resistenza al freddo (si vocifera che non vi sia una grande differenza varietale in resistenza al freddo tra le cultivar di mango, e a leggere un po’ su forum statunitensi parrebbe proprio così) quando per la maggiore resistenza ai patogeni rispetto ad altre varietà (infezioni fungine, in pratica). Dovrebbe questa varietà coincidere col turpentine-mango degli statunitensi, che anche da loro è usato come portainnesto, ma anche in questo caso non ho fonti al 100% attendibili. Non ha ancora fiorito il mio quindi non ho potuto assaggiarne i frutti (ammesso che riesca a farli maturare a Firenze).

                                          PancrazioPosts: 83
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                                            6 Gennaio 2011 alle 15:57 - Views: 780 #30742

                                            Ciao Paolo, il sistema di copertura con pali e teli è quello che usano in florida del nord per i cosidetti “cold spells”. :)
                                            Mi stavo chiedendo, per aumentare l’efficacia del sistema non è possibile utilizzare lampade da incubatrice?
                                            Peppe, non sai quanto invidio il vostro clima… Considera che nei giorni in cui c’era la neve i miei mango sono stati con la minima di un grado, ma la massima di 2 gradi… e tutto questo per tre giorni filati! Le piante sono evidentemente vive (a tre settimane di distanza) anche se ovviamente non posso sapere come le radici (che sono in vaso) abbiano preso la cosa. Aspetto con ansia Febbraio: in quel mese la media delle minime qui è di 3 gradi. E’ la media delle minime di alcune località della california in cui so che coltivano il mango all’aperto, e mi piace pensare che, anche se in california il clima è più oceanico che qui (decisamente), con la stessa media delle minime il pericolo peggiore sia passato.

                                            PancrazioPosts: 83
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                                              4 Gennaio 2011 alle 17:32 - Views: 780 #30735

                                              Ciao paolo,
                                              Grazie per il consiglio sulle lampadine, lo adotterò sicuramente, collegato ad un termostato, per le notti più fredde. Sembra anche di semplice costruzione!
                                              Pensavo, personalmente, di far svernare le piante in una serra con la parete nord di pietra, la falda nord del tetto in pannelli isolanti in lana di roccia, e la falda sud del tetto in policarbonato alveolare. Se riesco a infilarci un paio di bidoni pieni d’acqua dovrei avere una buona inerzia termica.


                                              @tropico55
                                              : sarei molto sorpreso se non crescesse in calabria, visto che tra il sud della calabria e gli impianti commerciali che ci sono nel messinese, poco ci corre. Ovviamente, però, la calabria è una regione, e quindi presenterà tutta la serie dei microclimi: bisogna vedere dove, in calabria: anche in sicilia, per impianti commerciali, sconsigliano di piantare sopra i 100 metri sul livello del mare.

                                              PancrazioPosts: 83
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                                                3 Gennaio 2011 alle 18:13 - Views: 694 #18441

                                                Di pitaya esisteva, se non ricordo male, una coltivazione sperimentale a Latina, in serra. Dovrei recuperare la fonte della notizia, però, per aggiungere dettagli.
                                                Per quanto riguarda il Saguaro (carnegia gigantea) mi pare di ricordare che sia impollinato, tra le altre cose, dai pipistrelli. Quello che ti posso dire con certezza è che ha una crescita lentissima, al punto da renderne del tutto non pratica la coltivazione. Io ne ho uno, nato da seme nel 2002, che sta ancora in un vaso quadrato di 10 cm. Dovrebbe cominciare la prima fioritura a 60 anni circa, intorno – ma anche qui dovrei controllare – al metro di altezza. A quel punto comincia a crescere un po’ più veloce, ma per vedergli buttare fuori i caratteristici “bracci” serve una vita intera.
                                                Si trova qualcosa, se si ha fortuna, di buone dimensioni, in vendita presso qualunque fioraio, come esemplare non cartellinato “superpompato” dalle solite produzioni industriali di cactacee (parlo di esemplari 10 centimetri di altezza). Per esemplari “grossi” si va su prezzi alti, e sono, nella stragrande maggioranza dei casi, importati dagli usa.
                                                Di crescita più veloce, e più gestibile (nel mio parere anche più bello) il pringley.

                                                PancrazioPosts: 83
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                                                  3 Gennaio 2011 alle 0:44 - Views: 780 #30732

                                                  Ciao Paolo, grazie di aver condiviso la tua esperienza con me.
                                                  Sicuramente ho intenzione di immaginare un sistema di riscaldamento d’emergenza (mi seccherebbe se la serra di nuova costruzione si rivelasse meno isolata della precedente e avessi minime significativamente inferiori che mi facciano morire le piante). A tale proposito, non riesco a trovare, in merito, informazioni dettagliate. C’é chi parla direttamente di cavi riscaldanti, chi di stufette elettriche, ma non riesco a capire (anche e sopratutto in base ai costi) quale sia il migliore. Ma più che di “sistemi riscaldanti” forse dovrei parlare di “antigelo” visto che non voglio tenere tanto il mango caldo, quando impedire che raggiunga temperature sotto lo zero. A tal proposito, negli stati uniti usano luci di natale e lampadine, ma qui non ho mai sentito dire nessuno che le utilizzi (mi sembrano, comunque, metodi assai buoni sebbene rudimentali).
                                                  Il tipo di terreno da me mi pare buono. La terra è limosa, di tessitura media, lievemente basica. A un metro e mezzo / due di profondità diviene sabbia pura: tanto è vero che la casa adiacente al campo fu costruita, negli anni 50, con la sabbia cavata in loco. Più sotto ancora c’é la falda.
                                                  Purtroppo in piena terra posso riparare dalla pioggia con semplicità (basta un telo, e comunque farò una vera e propria serra -smontabile- intorno alla pianta, a parte la parete nord che sarà in muratura per fare da volano termico)): quello che è impossibile da fare, a parte in caso di lavori di scavo del tutto irrealistici, è impedire la risalita di umidità dal basso . La radici saranno più calde che in vaso, ma sicuramente anche più umide. Si, questa è una delle incognite, in effetti: non tanto per l’umido in sé, in che non dovrebbe da solo uccidere la pianta, quando per la sua influenza sulla fruttificazione e l’effetto sulla suscettibilità ai patogeni: sicuramente non farò mancare concimazioni in potassio.