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  • 22 Giugno 2009 alle 15:19 #4685

    Tre giorni fa una foglia secca che è caduta con la sua parte di capitello (crownshaft)da una A.c. che coltivo in giardino, ha scoperto una sottostante infiorescenza ancora chiusa nel suo inviluppo.

    [img][/img]

    Infiorescenza di Archontophoenix cunninghamiana.

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      29 Giugno 2009 alle 12:27 - Views: 683 #40600

      quote:


      quote:


      quote:


      Sapevo che avresti risposto così. Ora però non mi è tanto chiara una cosa. Ho controllato su wikipedia e anche su altri siti e ho notato che le minime invernali di Orlando sono: Novembre: 13, Dicembre: 10, Gennaio: 10, Febbraio: 10, Marzo: 12.
      C’è una cosa che non ho capito bene. Qua è stato stradetto che una cocos non può vivere neanche nelle zone più calde d’italia poichè la pianta non muore a Miami per una ondata di freddo di qualche giorno con temperature magari più basse (record -1) di quelle di Palermo, ma dove muore già a fine autunno quando le minime cominciano ad attestarsi sui 14 gradi. Come si spiega sto fatto


      Semplicemente perchè Orlando(Florida) si trova a 28° di latitudine, è un altro clima.

      Enzo
      Calabria tirrenica meridionale (sul mare) / zona climatica 9b (USDA)
      Sub-tropicale mediterraneo costiero meridionale (Koppen)


      Ciao

      Ti cito quello che ha scitto Pietro Puccio nella discussione sulle fascie climatiche di cui ho riportato il link: “Fra le tante ‘diversità’ che possono incidere o addirittura stravolgere la classificazione vi è la durata del periodo freddo, infatti per ogni specie esiste un valore minimo di temperatura di sopravvivenza legato alla durata”. Palermo secondo i suoi dati ha minime medie invernali di: Dicembre 11.5; Gennaio: 10.2, Febbraio: 10.1. Per Orlando, FL vedi sopra li ho scritti. Ora o sono sballati i dati di pietropuccio oppure il clima non è poi tanto diverso perchè (per come la penso io) Orlando pur trovandosi a latitudine 28 è esposto maggiormente a correnti di aria fredda invernali rispetto a Palermo. Dove sta la soluzione dell’enigma?????

      Italia Chieti
      Zona Climatica 8b/9a


      Premetto che non sono Giuliacci e neanche il colonnelo che fa le previsioni sulla rai; ma credo che la differenza fra Palermo ed Orlando sia abissale!!!
      Oltre la latitudine, che gioca indubbiamente a favore dalla città americana, c’è da dire che mentre Palermo si affaccia sul mar tirreno, Orlando si affaccia sul oceano, che ha di certo un’azione mitigatrice nettamente maggiore; a questo bisogna aggiungere che da quelle parti è di strada la corrente del golfo, che svolge la sua azione mitigatrice fino in cornovaglia, figuriamoci ad Orlando.
      In fine bisogna tener conto che mentre il clima mediterraneo è caratterizzato da una certa stabilità, nel senso che una qualsiasi massa d’aria (calda o fredda che sia) tende a stazionare per un po’ di tempo in zona, li il clima è tendenzialmente instabile e le masse d’aria si spostano in continuazione, quindi se a Palermo fa 0°C di minima e 12°C di massima per tre giorni, li fa appena una notte a -1 ma poi durante il giorno la temperatura sale fino a 20°C.
      Per renderti conto di quest’ultima cosa, puoi andare a consultare qualche forum americano e ti accorgerai che parlano di ore e non di giorni sotto zero.(anche se poi non ho idea come facciano a cronometrare le ore di gelo, forse non dormo per farlo 😀 )

      PatrocloPosts: 79
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        29 Giugno 2009 alle 13:10 - Views: 736 #40601

        quote:


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        Sapevo che avresti risposto così. Ora però non mi è tanto chiara una cosa. Ho controllato su wikipedia e anche su altri siti e ho notato che le minime invernali di Orlando sono: Novembre: 13, Dicembre: 10, Gennaio: 10, Febbraio: 10, Marzo: 12.
        C’è una cosa che non ho capito bene. Qua è stato stradetto che una cocos non può vivere neanche nelle zone più calde d’italia poichè la pianta non muore a Miami per una ondata di freddo di qualche giorno con temperature magari più basse (record -1) di quelle di Palermo, ma dove muore già a fine autunno quando le minime cominciano ad attestarsi sui 14 gradi. Come si spiega sto fatto


        Semplicemente perchè Orlando(Florida) si trova a 28° di latitudine, è un altro clima.

        Enzo
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        Ciao

        Ti cito quello che ha scitto Pietro Puccio nella discussione sulle fascie climatiche di cui ho riportato il link: “Fra le tante ‘diversità’ che possono incidere o addirittura stravolgere la classificazione vi è la durata del periodo freddo, infatti per ogni specie esiste un valore minimo di temperatura di sopravvivenza legato alla durata”. Palermo secondo i suoi dati ha minime medie invernali di: Dicembre 11.5; Gennaio: 10.2, Febbraio: 10.1. Per Orlando, FL vedi sopra li ho scritti. Ora o sono sballati i dati di pietropuccio oppure il clima non è poi tanto diverso perchè (per come la penso io) Orlando pur trovandosi a latitudine 28 è esposto maggiormente a correnti di aria fredda invernali rispetto a Palermo. Dove sta la soluzione dell’enigma?????

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        Premetto che non sono Giuliacci e neanche il colonnelo che fa le previsioni sulla rai; ma credo che la differenza fra Palermo ed Orlando sia abissale!!!
        Oltre la latitudine, che gioca indubbiamente a favore dalla città americana, c’è da dire che mentre Palermo si affaccia sul mar tirreno, Orlando si affaccia sul oceano, che ha di certo un’azione mitigatrice nettamente maggiore; a questo bisogna aggiungere che da quelle parti è di strada la corrente del golfo, che svolge la sua azione mitigatrice fino in cornovaglia, figuriamoci ad Orlando.
        In fine bisogna tener conto che mentre il clima mediterraneo è caratterizzato da una certa stabilità, nel senso che una qualsiasi massa d’aria (calda o fredda che sia) tende a stazionare per un po’ di tempo in zona, li il clima è tendenzialmente instabile e le masse d’aria si spostano in continuazione, quindi se a Palermo fa 0°C di minima e 12°C di massima per tre giorni, li fa appena una notte a -1 ma poi durante il giorno la temperatura sale fino a 20°C.
        Per renderti conto di quest’ultima cosa, puoi andare a consultare qualche forum americano e ti accorgerai che parlano di ore e non di giorni sotto zero.(anche se poi non ho idea come facciano a cronometrare le ore di gelo, forse non dormo per farlo 😀 )


        Visto che l’argomento suscita interesse ci spostiamo ufficialmente sulla nuova discussione Zone Climatiche.

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        Scritto Da – patroclo on 29 Giugno 2009 13:13:04

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          29 Giugno 2009 alle 16:27 - Views: 549 #40602

          quote:


          c’è da dire che mentre Palermo si affaccia sul mar tirreno, Orlando si affaccia sul oceano, che ha di certo un’azione mitigatrice nettamente maggiore



          Ciao, secondo quale criterio/ragionamento scaturisce questa affermazione?

          Enzo
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            29 Giugno 2009 alle 17:03 - Views: 679 #40603

            L’azione mitigatrice del mare è offerta dal rilascio del calore accumulato nella stagione estiva; il calore accumulato dipende principalmente dalla quantità di acqua; quindi essendo l’oceano molto più vasto, ma soprattutto molto più profondo del mar tirreno, esso è in grado di accumulare più calore durante l’estate e quindi di svolgere una maggiore azione mitigatrice.
            La stessa cosa si può notare qui da noi, tenendo conto che il liorale adriatico è più freddo del litorale tirrenico; infatti il mar adriatico è nettamente meno profondo del mar tirreno.
            Ovviamente questo non è l’unico motivo che determina questa differenza fra i due.

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              29 Giugno 2009 alle 18:41 - Views: 681 #40604

              quote:


              Questa è invece l’infruttescenza prodotta l’estate dello scorso anno su un’altra A.c., sempre nel mio giardino.
              Dopo un intero anno i frutti stanno maturando e diventando rossi.
              Pietro, sarei curioso di sapere come va la tua a Palermo.


              Ricordo che in una precedente discussione dicevi che gli arconthophoenix cunninghamiana che ti sono nati dai semi di Pietropuccio, presentavano una maggiore resistenza alle intemperie rispetto a quelli dai semi raccolti nel suo areale originario.
              Sarebbe lecito dedurre, quindi, che le piante che nasceranno dai semi dei tuoi archontophoenix dovrebbere essere ipoteticamente un tantinello più rustiche.
              Hai già avviato una sperimentazione a riguardo???Se si, con quali risultati???

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                29 Giugno 2009 alle 18:55 - Views: 549 #40605

                quote:


                ‘azione mitigatrice del mare è offerta dal rilascio del calore accumulato nella stagione estiva; il calore accumulato dipende principalmente dalla quantità di acqua; quindi essendo l’oceano molto più vasto, ma soprattutto molto più profondo del mar tirreno, esso è in grado di accumulare più calore durante l’estate e quindi di svolgere una maggiore azione mitigatrice.
                La stessa cosa si può notare qui da noi, tenendo conto che il liorale adriatico è più freddo del litorale tirrenico; infatti il mar adriatico è nettamente meno profondo del mar tirreno.
                Ovviamente questo non è l’unico motivo che determina questa differenza fra i due.



                Il discorso del volume di acqua maggiore in questo caso non è corretto poichè nel caso dell’oceano gli apporti di energia non superano le perdite. Questo è verificabile con la temperatura dell’oceano, ma è anche verificabile con la temperatura del mare per esempio nelle coste sud orientali ed occidentali della sicilia che sono più fredde del tirreno meridionale est.
                Secondo me è solo questione di latitudine.

                Enzo
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                  29 Giugno 2009 alle 19:24 - Views: 679 #40606

                  Non ho capito perchè poni l’uguaglianza tra le perdite e gli apporti di energia.
                  Cmq, a leggere quanto hai scritto, si pone ancora più in evidenza che la latitudine non è l’unico fattore in gioco.
                  Infatti il tirreno meridionale-est si trova più a nord rispetto alle coste meridionali della sicilia, ma risulta essere comunque più caldo per la migliore esposizione (azione mitigatrice del tirreno e protezione dall’aria fredda balcanica dall’appennino calabro).

                  pietropuccio
                  Partecipante
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                    1 Luglio 2009 alle 10:13 - Views: 394 #40607

                    quote:


                    Cmq, a leggere quanto hai scritto, si pone ancora più in evidenza che la latitudine non è l’unico fattore in gioco.
                    Infatti il tirreno meridionale-est si trova più a nord rispetto alle coste meridionali della sicilia, ma risulta essere comunque più caldo per la migliore esposizione (azione mitigatrice del tirreno e protezione dall’aria fredda balcanica dall’appennino calabro).


                    Ciao,
                    sicuramente la latitudine non è l’unico fattore in gioco, ma la differenza tra la temperatura del mare lungo le coste sud della Sicilia (Canale di Sicilia) e quella (più alta) delle coste nord (basso Tirreno) è dovuta fondamentalmente al fatto che l’acqua del Canale di Sicilia è.. più fredda. Chiarisco: la cicolazione dell’acqua nel Mediterraneo, ed in particolare attorno alla Sicilia è grossolanamente antioraria; il Mediterraneo scambia con l’esterno quasi esclusivamente attraverso lo stretto di Gibilterra dove si sovrappongono due correnti, una in superficie calda che esce dal mediterraneo ed una in profondità fredda che entra dall’Atlantico. La corrente fredda emerge proprio lungo le coste meridionali della Sicilia ed è questo il motivo della differenza tra le temperature.

                    Pietro Puccio
                    Palermo
                    Zona climatica 9b (USDA)
                    Temperato subtropicale (Koppen)

                    Pietro
                    Palermo
                    Zona (USDA) 9b
                    https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/

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                      1 Luglio 2009 alle 12:37 - Views: 679 #40608

                      Grazie Pietro per il chiarimento!!!

                      Ma le motivazioni che ho citato io, hanno effettivamente un influenza positiva, oppure non c’entrano niente???
                      Te lo chiedo per cercare di capirne qualcosa in più.
                      Come detto in precedenza, non sono un climatologo e quindi ho effettuato delle supposizioni in base a quanto letto in giro sul web.

                      Cmq, ritornando sull’argomento della discussione, le piante di archontophoenix cunninghamiana nate dai tuoi semi e da quelle di Sergio, sono effettivamente più resistenti al freddo???
                      Avete fatto già delle prove in merito???
                      Mi piacerebbe partecipare alla sperimentazione della rusticità dell’ archontophoenix cunninghamiana sub. pietropuccis o del archontophoenix cunninghamiana sub. sergiae

                      SergioPosts: 671
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                        2 Luglio 2009 alle 11:14 - Views: 505 #40609

                        Giovanni,si ipotizza che semi di Archontophoenix c. prodotti in un luogo più freddo di quello dell’ambiente naturale possano dare luogo a piante maggiormente resistenti al freddo, ma non c’è nessuna prova in proposito nè, credo, alcuno studio scientifico al riguardo.
                        Personalmente ritengo che qualcosa può succedere ma sempre in un ambito evoluzionistico della specie tenendo anche conto della selezione naturale. Quindi in tempi lunghissimi e con un numero molto elevato di generazioni.
                        E’ ovviamente una opinione personale.

                        AmpliPosts: 229
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                          2 Luglio 2009 alle 12:20 - Views: 679 #40610

                          Non intendevo a livello di ricerca scientifica (ovviamente gli interessi in gioco non sono sufficienti per convincere una qualsiasi azienda ad effettuare gli investimenti necessari!!!), ma a livello di sperimentazioe privata, cioè se avevi sperimentato la resistenza al freddo di piante nate dai tuoi semi.
                          Te lo chiedo perchè su di un forum americano ho trovato un post in cui si riportava la notizia di archontophoenix cunninghamiana, coltivati nella zona montana del sud australia, in grado di resistere a punte (non durature) di -8°C.
                          Tale resistenza veniva giustificata con la differente diprovenienza dei semi; infatti si diceva che mentre i semi venduti dai vari siti provengono da zone in cui il termometro non va mai sotto zero (idem per A Cunn. Illawara), i semi da cui derivavano quelle palme erano raccolti in zona e per questo dotati di una maggiore resistenza alle basse temperature.

                          Noci (BA)
                          USDA 8b

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                            2 Luglio 2009 alle 23:09 - Views: 549 #40611

                            Coltivo molte archontophoenix tra cui la cunninghamiana, molte le ho distribuite in vari giardini di amici per verificarne la rusticità. Personalmente non ho potuto verificare la resistenza al freddo poichè negli ultimi 10 anni la temp non è scesa sotto zero, ma quelle che ho dato ad amici hanno resistito ha temperature decisamente basse, sicuramente -4.

                            quote:


                            Infatti il tirreno meridionale-est si trova più a nord rispetto alle coste meridionali della sicilia, ma risulta essere comunque più caldo per la migliore esposizione (azione mitigatrice del tirreno e protezione dall’aria fredda balcanica dall’appennino calabro).



                            L’appennino calabro non ha una grande azione mitigatrice, l’azione mitigatrice del tirreno in calabria “in inverno” si riscontra significativamente sulla costa tirrenica centro-meridionale, basta salire di altitudine per avere di notte temperature molto basse, poi dalla provincia di reggio calabria e per tutta la costa nord della sicilia c’è un altro clima, il più mite d’Italia e sicuramente poco idoneo per testare la rusticità dell’ Archontophoenix cunninghamiana. Più idoneo per testare, come sto facendo, per esempio Coccothrinax.

                            Saluti

                            Enzo
                            Calabria tirrenica meridionale (sul mare) / zona climatica 9b (USDA)
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                            SergioPosts: 671
                              • 88Topic
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                              3 Luglio 2009 alle 9:05 - Views: 508 #40612

                              Questo è il primo anno che ho i semi di una mia A. cunninghamiana per cui non ho effettuato ancora nessuna sperimentazione. Ho un esemplare in giardino, con un tronco di circa 30 cm.,che viene dai semi di Pietro,Palermo.Alla minima di -3°C si comporta come gli altri, leggere bruciature su alcune foglie. Tuttavia Palermo ha un microclima particolare, quasi subtropicale, quindi non fa testo. Tuttavia rimango personalmente abbastanza scettico sul fatto che in una sola generazione il DNA si possa modificare per l’adattamento a mutate condizioni. Sono sempre possibili mutazioni improvvise ovviamente ma questo è un altro discorso.
                              Con riferimento a quanto riportato su un forum americano, vorrei dire che la resistenza al freddo di una palma varia in generale col variare del tasso di umidità nell’aria.Purtroppo questo spesso non si tiene presente. In Sabina coltivo una Livistona australis che ha superato più volte -10°C solo con lievi bruciature perchè il clima è molto asciutto.

                              AmpliPosts: 229
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                                3 Luglio 2009 alle 13:55 - Views: 679 #40613

                                quote:


                                Tuttavia rimango personalmente abbastanza scettico sul fatto che in una sola generazione il DNA si possa modificare per l’adattamento a mutate condizioni
                                Con riferimento a quanto riportato su un forum americano, vorrei dire che la resistenza al freddo di una palma varia in generale col variare del tasso di umidità nell’aria.Purtroppo questo spesso non si tiene presente. In Sabina coltivo una Livistona australis che ha superato più volte -10°C solo con lievi bruciature perchè il clima è molto asciutto.


                                Sono pienamente d’accordo con te riguardo alla mutabilità genetica determinata dalle condizioni ambientali; quindi non mi aspetto che le piante nate da semi italiani abbiano una rusticità notevolmente superiore rispetto a quelle ottenute da semi australiani; ma solo un tantinello di più, almeno da poter essere coltivati in serra fredda dalle mie parti.
                                Per quanto riguarda l’umidità, sono a conoscenza dell’influenza negativa esercitata nei confronti della resistenza al freddo, ma con quell’esempio non volevo far pensare (tant’è che non lo penso neanche io!!!) che si potessero coltivare archontophoenix ovunque in italia.

                                Noci (BA)
                                USDA 8b

                                SergioPosts: 671
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                                  3 Luglio 2009 alle 15:41 - Views: 510 #40614

                                  Forse nella zona di Bari si potrebbe tentare con successo la coltivazione all’esterno dell’A. cunninghamiana.Non so se qualcuno abbia già tentato. La minima invernale è inferiore a -3°C/-4°C?
                                  Dipende secondo me, come ho già detto,anche dal particolare tasso di umidità (soprattutto di notte) del posto.Penso che con le minime di cui sopra ed un basso tasso di umidità non ci dovrebbero essere problemi.

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                                    3 Luglio 2009 alle 16:31 - Views: 638 #40615

                                    quote:


                                    Forse nella zona di Bari si potrebbe tentare con successo la coltivazione all’esterno dell’A. cunninghamiana.Non so se qualcuno abbia già tentato. La minima invernale è inferiore a -3°C/-4°C?
                                    Dipende secondo me, come ho già detto,anche dal particolare tasso di umidità (soprattutto di notte) del posto.Penso che con le minime di cui sopra ed un basso tasso di umidità non ci dovrebbero essere problemi.


                                    Purtroppo quelle temperature minime sono limitate solo ad alcune zone costiere; da me a Noci (vedere gioia del colle come riferimento) la minima assoluta è di -8°C; ma soprattutto i giorni con temperature sotto lo zero sono parecchi (circa 15 ogni anno) e non sono rarissime giornate in cui neanche la massima va oltre lo zero. 😡
                                    Quindi da me e rigorosa la serra fredda.
                                    Tuttavia questo non mi scoraggia e anche se dovrà vivere in serra fredda per tutta la sua vita, mi piacerebbe davvero moltissimo averla.

                                    Noci (BA)
                                    USDA 8b

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                                      3 Luglio 2009 alle 16:33 - Views: 638 #40616