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beh io non sono il moderatore, anzi la moderatrice, però credo sia sempre bene mettere nel profilo o nella firma la località in cui si coltiva, uno che non ne capisce molto di Bromelie e legge che le tieni fuori tutto l’anno e le espone a -15°C avrà qualche insuccesso 😀
Di dove sei ? che temperatura minima raggiungi ?
Sono davvero belle, soprattutto quelle in fioritura, io ho solo qualche specie terrestre come le Abromeitiella che tratto come una succulenta…
Che acqua si usa per bagnare ? se è calcarea crea problemi ?
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allora ad Asti dove tengo le piante proprio non è la zona adatta, vivono ma non sono vigorose, sarà il terreno sabbioso o la forte escursione termica tipica della Val Triversa…
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volete dire che al nord l’Asimima riesce a portare a maturazione i frutti ? a maturazione ripeto.
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beh proprio i fruttiferi non so, molti resistono al freddo ma non significa che riescano a portare a maturazione i frutti. L’Asimima sicuramente no, la Acca da me non ce la fa, così come i banani e via dicendo. Se hai una posizione riparata e vuoi creare un angolo con specie tropicali, visto che dici di essere alle prime armi puoi provare con delle semi-rustiche. Che minima notturna raggiungi ?
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sì pietropuccio hai ragione, volevo chiedere come si semina la Etilingera e poi le Puya che sono Bromeliaceae.
Ah quindi anche da rizoma è una specie difficile.
Provo le Puya e vi aggiorno. Grazie ad entrambi.
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…il nothophagus invece è piuttosto rustico, proviene dalla Patagonia, Cile, e poi è presente a macchia di leopardo un pò su tutto l’emisfero australe. Per sicurezza è meglio non scendere sotto i -5°C per le specie più “insolite” e non ti conviene seminare, la germinazione è difficile, devi trovare delle piante e anche belle vigorose se vuoi che vivano, non è un genere così raro.
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Scritto Da – RipepiG on 14 Gennaio 2008 17:55:46
…eppure lo si vede anche in natura con le comuni Matteuccia, quelle che stanno all’ombra fanno fronde più lunghe, ampie e orizzontali per captare più luce; quelle al sole hanno foglie più corte, giallo-verdi e assurgenti verso l’alto.
Comunque a quanto pare è proprio importante bagnare il tronco di queste felci…
mah…
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Scritto Da – RipepiG on 17 Novembre 2007 20:30:35
accidenti che pianta, qua al nord come dice Lucia rimangono a cespuglio e avolte si usano come piante da siepe esposte a sud.
Lucia ma al nord i frutti riescono a maturare ?
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il laghetto mi sa che non fa proprio nulla a livello di umidità comunque a mio parere sarebbe stato meglio usare un terriccio leggermente acido (per acidofile), mischiato a sabbia o corteccia, lo stallatico lo avrei usato per l’orto 😀 e… sempre a mio parere… niente concime granulare, bensi un liquido azotato che è più efficace e immediato per le piante messe in terra.
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oh che bello, vedo che qualche appassionato di felci in giro c’è, anche se sempre pochini 😉
Le Dicksonia le ho avute, poi ho cambiato casa e le ho vendute, ora mi sono rifatto un prato ombreggiato, solo di felci di diverse specie e volevo riprendere le Dicksonia, se conoscete rivenditori nel nord italia ne sarei anche io interessato.
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ha una forma incredibile, chissà come viene impollinata visto che ha tutti queli peli rivolti all’interno che non rendono vita facile agli insetti.
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beh io parlavo proprio di allogamia, di autoincompatibilità. Come molte piante presenta una buona autogamia e riesce ad autoimpollinarsi producendo frutti con semi fertili ma se fossero presenti altri individui geneticamente diversi (non suoi cloni) la produzione sarebbe molto più abbondante, con piante molto cariche. Di certo uno non puoi farsi la foresta in giardino e pure io ne ho solo una.
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le A. triloba fruttificano meglio almeno in coppia, hanno una impollinazione per un 60-70% allogama (incrociata), quindi messe singolarmente non faranno mai così tanti frutti
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