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  • 2 Maggio 2008 alle 11:51 #1014

    buongiorno,
    oggi mi sento burlona o forse è solo l’invidia di tutte le belle piante che mi vedo passare sotto il naso dai Vostri meravigliosi giardini che mi spinge a chiedervi chi di voi la coltiva e in quale zona USDA. Dovrebbe essere a crescita lenta. l’esemplare della foto dovrebbe avere (e li dimostra circa 2000 duemila anni)
    Cordiali saluti
    giuliana

    Scritto Da – Giuliana il 18 Dicembre 2013alle ore 17:47:54

    giulianaPosts: 616
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      2 Maggio 2008 alle 11:53 - Views: 838 #7989

      quote:


      chiedo scusa non sono riuscita a ridimensionare l’immagine.
      giuliana


      pietropuccio
      Partecipante
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        2 Maggio 2008 alle 17:19 - Views: 520 #7990

        Ciao Giuliana,
        grazie per questa interessantissima testimonianza (spero ne seguano tante altre) e se aggiungi qualche tua impressione sull’ambiente in cui vive, lo sarà ancora di più.
        Non ho esperienza diretta di coltivazione, ma pare non sia particolarmente difficile, tanto (piccola malignità) che all’Orto Botanico di Palermo sono presenti diversi esemplari, relativamente giovani, in ottima salute nella serra fredda delle succulente. Infatti, anche se non è una succulenta, va coltivata su substrati sabbiosi e drenanti ed in atmosfera semiarida. Una ben nota complicazione è la necessità di utilizzare, fin dalla messa a dimora del seme, vasi profondi per permettere alla radice di scendere in profondità senza incontrare ostacoli.
        Nelle foto due delle piante dell’Orto in fioritura ed una infiorescenza maschile.

        PS: Per ridimensionare le foto si possono usare i programmi forniti con la fotocamera o direttamente l’opzione di Photobucket che si trova immediatamente sotto la finestra dell’upload.

        Pietro Puccio
        Palermo
        Zona climatica 9b/10a (USDA)
        Temperato subtropicale (Koppen)

        Pietro
        Palermo
        Zona (USDA) 9b
        https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/

        giulianaPosts: 616
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          3 Maggio 2008 alle 10:51 - Views: 846 #7991

          quote:




          Buongiorno Pietro,
          mentre inserivo la foto di W. mirabilis sentivo una vocina che mi diceva di non fare troppo la furba perchè Pietro di sicuro la coltivava con successo. Ben mi stà. La foto è stata scattata in Namibia dove W. mirabilis è endemica. La zona dove si concentrano le piante è il Damaraland (denominazione coloniale tedesca che è stata conservata anche dopo l’indipendenza) e vedi nella foto è praticamente deserto. Niente dintorno per kilometri, terra mista a sabbia rossa, e queste piantine che spuntano a una certa distanza l’una dall’altra. Poi le piante più vecchie. Organi maschili e femminili sono su piante diverse. I frutti delle piante femmine venivano mangiate dagli Herero che li chiamavano cipolle del deserto. Ma oltre alle peculiarità della pianta, là in mezzo sotto a un sole implacabile ti chiedi perchè
          esistono, per

          giulianaPosts: 616
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            3 Maggio 2008 alle 11:06 - Views: 835 #7992

            quote:


            quote:




            implacabile ti chiedi perchè
            esistono, per



            riprendo
            perchè continuano a riprodursi, che cosa rappresentano insomma nella grande sinfonia della biosfera. La Namibia è un paese straordinario, deserti di vario tipo, un canyon impressionante, dune altissime di sabbia rossa, foreste pietrificate, una flora e una fauna straordinarie e la W. mirabilis che da sola ha pienamente giustificato il viaggio.
            cordialità
            giuliana

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              3 Maggio 2008 alle 14:41 - Views: 756 #7993

              Innanzitutto diciamo che è una conifera; ergo i fiori sono delle pigne.
              Poi, come giustamente osservato da Giuliana, è una pianta dioica.
              Quindi riflettiamo su

              quote:


              perchè continuano a riprodursi, che cosa rappresentano insomma nella grande sinfonia della biosfera


              .
              Diciamo che è una pianta che ha trovato nella biosfera uno spazio dalle condizioni ambientali estreme, ma dove non c’è molta concorrenza, e vi si è adattata, riuscendo a sopravvivere.
              Come:
              la pianta trae l’acqua che le è necessaria per vivere soprattutto dalla condensazione della nebbia, pur ricavandone una quantità limitata dal sottosuolo. È stato infatti accertato che gli stomi delle foglie trattengono l’umidità, come le tillandsie, e che le foglie più lunghe praticamente innaffiano le radici facendo scendere le gocce sulla sabbia sottostante, da dove la lunga radice a fittone( come quella della carota e del cipresso) che arriva fino a 3 metri, riesce a recuperare ulteriore umidità, che rimane sul terreno anche per effetto delle estremità delle due foglie, che appassendo svolgono una funzione di pacciamatura, sul terreno circostante.
              Quindi diciamo che è un esempio di estrema ottimizzazione della struttura alla situazione ambientale, quindi nulla avviene per caso.
              Saluti

              P.S. per la cronaca, anche l’Orto di Napoli dispone di alcuni esemplari, di cui qui c’è una foto, tenuta nelle serre Califano, in serra riscaldata.

              domy
              litorale nord roma

              yidakiPosts: 1
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                19 Agosto 2008 alle 10:55 - Views: 705 #7994

                Buongiorno a tutti,
                navigando in rete mi sono imbattuto in questo topic sulla Welwitschia, una pianta su cui ho svolto parecchi studi in passato e che ritengo essere una delle piante più affascinanti in assoluto.
                E’ stato detto sopra che è una “conifera”, questo non è del tutto esatto poichè facendo in effetti parte delle Gimnosperme (come le conifere) essa appartiene all’ordine delle Gnetali composto da sole tre famiglie: Gnetaceae, Ephedraceae e Welwitschiaceae. Essa è l’unica rappresentante della sua famiglia mentre le altre due annoverano alcune decine di specie ciascuna.
                Sono riuscito a coltivare alcuni esemplari da seme di questa specie e il mio obiettivo è quello di riuscire a portare a fioritura qualche esemplare. Coltivo le mie piante a Roma in terrazzo esposto a sud-est e tengo le Welwitschia all’aperto tutto l’anno, anche se in posizione riparata in inverno.
                Se qualcuno avesse qualche curiosità o domanda in più sarò lieto di rispondere su questo stesso forum….
                Grazie.