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  • 1 Febbraio 2009 alle 19:14 #4521

    Quando è stato realizzato il Porto diRoma, circa 15 anni fa,il comitato direttivo decise di piantare all’interno del comprensorio alcune T. campestris. Questo tratto di costa è stato sempre difficile per la vita delle palme. Sono state piantate in passato sul lungomare sia Phoenix canariensis che dactylifera ed anche Washingtonia robusta con risultati molto deludenti. Molte piante sono morte e le poche rimaste hanno un aspetto pietoso, sono in gran parte bruciacchiate.Più che al freddo invernale che comunque non è eccessivo,penso ad un alto tasso di salinità che il vento acquista in quel tratto di costa e che potrebbe essere la causa delle morti. Pertanto quando ho visto tutte queste T. campestris (ne ho contate ben 27)adulte piantate praticamente sul mare,ho pensato tra me e me che il comitato del porto aveva buttato parecchi soldi e che le piante si sarebbero seccate entro breve tempo così come avevano fatto le altre.Ho preso un grande abbaglio. Non solo le palme non sono morte ma, dopo molti anni, godono di ottima salute, così come appaiono nelle foto seguenti, sopportando egregiamente i venti salini.

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    Trithrinax campestris

    HoracePosts: 831
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      24 Giugno 2009 alle 8:14 - Views: 465 #38141

      bene grazi mille Sergio, sarebbe interessante un tuo reportage sulla sopravvivenza di varie specie a queste temperature, daresti un contributo importante a noi nordisti!

      Moris

      SergioPosts: 671
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        24 Giugno 2009 alle 8:44 - Views: 435 #38142

        Moris,lo faccio subito.Coltivo in Sabina le seguenti specie:
        -Trachycarpus fortunei,takil,latisectus,manipur.
        -Chamaerops humilis.
        -Brahea edulis,armata,aculeata.
        -Trithrinax acanthocoma(quest’anno anche campestris).
        -Butia capitata,eriospatha,yatay,paraguayensis.
        -Livistona australis.
        -Parajubaea torallyi.
        -Jubaea spectabilis.
        Ho anche una giovane Aloe bainesii, quella che diventa un albero per intenderci.Quest’ultima e la Parajubaea torallyi stanno fuori da poco più di un anno ed hanno superato la minima dell’ultimo inverno che è stata -6°C senza danni.
        Tutte le altre hanno superato più volte -10°C. Solo la Livistona australis mostra alla fine di ogni inverno alcune bruciature.Non avrei mai immaginato comunque che la L. australis potesse crescere in queste condizioni.La zona però è ventosa e quindi il clima è molto asciutto.Penso che questo sia il motivo della resistenza a temperature così basse.