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  • 20 Gennaio 2011 alle 16:13 #1788

    Qlc puo’ aiutare un mio amico con la sua orchidea ??
    qui sotto il messaggio inviatomi

    Angelo

    Di orchidee ne capisco veramente poco, mi stupisco solo di vedere quello stelo praticamente invariato dalla meta’ di novembre anche se immagino che il motivo sia la poca luce di questo inverno grigio. Ho visto nei vari forum fioriture epocali, avranno qualche segreto ? imbrogliano ?

    CaioPosts: 1336
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      20 Gennaio 2011 alle 17:03 - Views: 544 #18498

      Segreti no, per cercare di ricreare il suo ambiente naturale aiuta molto.
      La penombra non è un problema, lo sono invece gli sbalzi di temperatura e la poca umidità ambientale.
      Procurati del conciem liquido per orchidee e forniscilo alla pianta, sempre con i dosaggi minimi, se poi hai tempo e pazienza, procurati dell’acqua distillata per irrorare la pianta almeno una volta al dì.
      Rialza un po il vaso dal sottovaso, in modo da lasciare sul fondo semrpe un pò di acqua, ma che la stessa non ristagni a contatto delle radici.
      Assolutamente lontano da finestre e caloriferi, è buona fioritura.
      saluti, caio.

      pieraPosts: 604
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        20 Gennaio 2011 alle 23:17 - Views: 865 #18499

        Ciao,

        se lo stelo è fermo a parte la luce credo che dipenda soprattutto dalla temperatura a cui sottopone la pianta.

        Sicuramente un buon rinvaso a fioritura terminata pare necessario dalle foto che mostri.

        🙂

        _____
        ciaociao…… piera.
        provincia Bergamo 550 mt.s.l.m. Zona climatica 7b (USDA)

        NON amo le piante, cerco di “capirle”, di “sentirle” per il piacere di coltivare.
        AMO i miei familiari, per loro, sono pronta a donare la mia vita. piera.

        Scritto Da – piera on 20 Gennaio 2011 23:18:32

        NelumboPosts: 255
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          21 Gennaio 2011 alle 10:54 - Views: 626 #18500

          Ciao

          convengo con quanto dice Piera: il terriccio è evidento fradicio, marcio. La pianta, quindi, deve essere rinvasata, anche subito, facendo attenzione a togliere tutto il substrato che resta attaccato alle radici, con attenzione, per non rovinare il velamen radicum. Le radici, poi, vanno lavate sotto l’acqua corrente, dopo aver tagliato alla base quelle marce (sembrano vuote e non sono turgide, oltre ad essere marroni).

          Usare, per il rinvaso, bark puro o bark + sfagno: occhio che i terricci che vendono per le orchidee nei garden fanno quasi sempre schifo, poichè contengono torba, assolutamente inadatta alle orchidee epifite. Dopo il rinvaso, non concimare per un mesetto, se non utilizzando quello fogliare (tipo Peters). I vasi che utilizzi per il rinvaso devono essere nuovi o disinfettati, altrimenti torni punto a capo. Anche la pianta meriterebbe una disinfettatina (anticrittogamici a base di alluminio, tipo Aliette…), soprattutto alle radici.

          Tenere assolutamente vicino alle finestre, il più possibile, senza, per questo, bruciare le foglie con il Sole delle ore “più calde” (vai a capire… con questo freddo…): le orchidee reagiscono in maniera fantastica alla luce artificiale: se il tuo amico ha voglia, può allungare le giornate con una lampada a basso consumo puntata sulla pianta, a circa 50 cm. di distanza (ma anche di più o di meno, in base alla potenza del bulbo).
          Gli sbalzi notte-giorno (circa 5/7 gradi) fanno benissimo alle Phal., anzi, è il metodo che, a livello industriale, viene utilizzato per obbligarle a fiorire.
          D’estate le pianta DEVE essere portata all’esterno, all’ombra, ma non profonda: qualche raggio di Sole, non rovente, deve arrivare.

          E’ vero, spruzzare la pianta, leggermente, aiuta a creare una atmosfera umida molto favorevole alla pianta, ma ricorda che non si deve mai concentrare acqua all’interno delle foglie, altrimenti la pianta muorirà…

          Bagnature: bagnare quando anche il fondo del substrato è asciutto quanto la parte più alta (essendo meno ossigenato, è più soggetto a marcescenze che si trasmettono alla pianta). Il terriccio delle Phal. deve essere costantemente “fresco” e saltuariamente “bagnato” (solo in occasione delle innaffiature). Si possono anche fare dei buchi lungo la parte più bassa delle pareti del vaso, per aumentare la ventilazione.

          Ciao e buon lavoro

          Tasha
          Monza

          costieroPosts: 945
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            22 Gennaio 2011 alle 12:31 - Views: 566 #18501

            scusate se mi inserisco..ma tra qualche settimana potrei ricevere radicie falsi tuberi di cymbidium insigne. se la terra per orchidee che vendono fa schifo, come si e’ detto sopra…allora che ci metto per piantarle ????

            NelumboPosts: 255
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              22 Gennaio 2011 alle 13:52 - Views: 628 #18502

              Ciao

              Cymbidium, inteso come genere, è un gruppo di piante in parte terrestri, in parte epifite: non si trovano benissimo nel terriccio… Alcune specie, però, crescono comunque bene anche nel terriccio, se di buona qualità.
              Per gli pseudobulbi di Cym. insigne, se sono quelli che gli inglesi chiama backbulbs (pseudobulbi privi di foglie, vecchi, ma ancora vivi), vale la regola di riattivarli chiudendoli dentro un sacchetto di polietilene (tipo sacchetti gelo o quelli della frutta, del supermercato) riempito con dell’agriperlite o altro inerte (o bark con polistirolo o sfagno puro) mantenuto appena umido, non fradicio: la temperatura dovrebbe aggirarsi sui 20C°: nel giro di mesi, se lo pseudobulbo sopravvive, dalla base emetterà un germoglio con le relative radici. A questo punto si può togliere dal sacchetto e mettere in un vaso, molto piccolo, a radicare e a vegetare. Le piante ottenute, poi, impiegheranno da 3 a 4 anni per rifiorire. E’ un processo molto lungo, sia la riattivazione degli pseudobulbi, che la fase successiva. Qualche volta l’ho fatto.
              Se, invece, intendi divisioni di un cespo più grande, invasare normalmente, diradando le annaggiature: le orchidee appena invasate devono stare un po’ asciuttine (le radici sono rotte, la pianta ne risulta menomata quindi si ammalano facilmente per una umidità che non riescono ad assorbire e che langue nel vaso…).
              Il terriccio “buono” è venduto comunemente dai vivai che trattano esclusivamente orchidee, qui da me abbondanti, e, comunque, costituito in gran parte da bark (corteccia di conifera privata dela resina). Si può aggiungere, poi, agriperlite, lana di roccia, sfagno e, all’occorrenza, anche la torba.

              Ciao e buon lavoro!

              Tasha
              Monza