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  • 23 Agosto 2009 alle 16:11 #4791

    Nel maggio scorso ho effettuato insieme all’amico Massimo Cola (M@x) una visita al giardino di Villa Beccari di Firenze ed ho riportato le mie impressioni in un breve articolo che ho inserito nelle “Monografie”. Forse non è molto corretto ma in realtà non sapevo dove inserirlo.
    Il giardino della Villa in un passato recente è stato visitato sia da Carlo Morici sia dal tedesco M. Lorek i quali hanno scritto i loro rispettivi articoli poi pubblicati su “Palms” e “Current Science”.
    Le opinioni di Carlo Morici e di M. Lorek sulle specie presenti nel giardino sono state notevolmente divergenti.Devo confessare che anche le mie sono piuttosto diverse da quelle loro. D’altra parte ognuno ha il diritto di ritenere quello che per lui è più giusto e, come si sa, la verità sembra avere talvolta molte facce.
    Spero che l’articolo possa essere di qualche interesse. In esso accenno anche ad una specie(Trachycarpus caespitosa) avvolta, a mio avviso, ancora nel mistero.
    Saluti, Sergio.

    CaioPosts: 1336
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      23 Agosto 2009 alle 19:56 - Views: 481 #42280

      Letto, se non erro, molti passaggi erano gia’ stati citati da te in alcuni post specifici, con questa mo nografia hai reso un quadro completo………..Le divergenze citate nei tre diversi scritti, sulle specie rilevate in villa beccari, la dice lunga sulle piccole differenze che caratterizano una varietà dall’altra, non e’ la prima volta che in botanica le varietà nascono o “muoiono” fuse tra di loro, nel girono di pocho decenni.
      Grazie Sergio, vedo che con il caldo sei particolarmente produttivo 🙂 .
      Saluti, caio.

      Carlo MoriciPosts: 263
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        23 Agosto 2009 alle 22:08 - Views: 763 #42281

        Sergio,

        Letto tutto, complimenti, alcune note:

        Le due Nannorrhops erano inizialmente una sola, immensa. Nel 1985 la gran gelata uccise dei tronchi aerei e la pianta ricacció in modo straordinario dalla base. Era diventata troppo grande e folta secondo i proprietari e dunque, in anni recenti tentarono la riproduzione estraendo polloni. Uno solo – credo – attecchí con difficoltá ed e’ adesso “l’altra” Nannorhops del giardino.

        Carlo

        Scritto Da – Carlo Morici on 23 Agosto 2009 22:09:29

        Scritto Da – Carlo Morici on 24 Agosto 2009 06:10:52

        albertopalmPosts: 183
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          23 Agosto 2009 alle 23:49 - Views: 687 #42282

          vorrei chiedere ai gentili Amici che hanno avuto la fortuna di visitare la villa Beccari, che tipo di nannorrhops potrebbe essere quello che tuttora vive nel giardino.
          potrebbe essere il vero mazari palm quello del nord afganistan o le versioni azzurre dei vari iran,pakistan o arabia date per meno resistenti?
          se non erro nel 85 a firenze dovrebbe aver fatto -24-25 gradi negativi?
          la classica specie (e l’unica) dovrebbe tollerare queste temperature?
          mandi

          feruglio alberto

          SergioPosts: 671
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            24 Agosto 2009 alle 11:06 - Views: 569 #42283

            Caio, a Sabaudia ho tempo a disposizione, mi diverto a scrivere qualcosa.

            Carlo, grazie anche per le informazioni sulla Nannorrhops.

            Alberto, il genere Nannorrhops comprende una sola specie, descritta scientificamente nel 1879.Questa risulta molto variabile in dipendenza dei luoghi di distribuzione.Solo recentemente la coppia T.Spanner/M.Gibbons ha proposto e definito alcune varietà come
            – Nannorrhps r. silver
            – Nannorrhops r. Kashmir
            – Nannorrhps sp. Iran silver.
            Quest’ultima è stata proposta addirittura come nuova specie.Ci saranno certamente delle ragioni oggettive, tuttavia non posso fare a meno di pensare che i rivenditori di semi hanno interesse a moltiplicare le varietà e le specie in offerta.

            Saluti a tutti, Sergio.

            ffeeddee
            Partecipante
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              24 Agosto 2009 alle 14:06 - Views: 498 #42284

              quote:


              se non erro nel 85 a firenze dovrebbe aver fatto -24-25 gradi negativi?


              Secondo questa ricostruzione di quel terribile inverno

              http://www.meteogiornale.it/reportages/read.php?id=1511&chapter=13

              “Il giorno 11 gennaio, si cominciano a toccare temperature straordinarie in molte località di pianura, grazie al contributo dell’albedo e dell’inversione termica.
              Queste le temperature in Italia:
              Bolzano -12°/+2°, Torino -12°/+2°, Cuneo -7°/0°, Milano -11°/-5°, Venezia -12°/0°, Bologna -16°/-6°, Genova -3°/0°, Pisa -14°/+4°, Firenze -22°/0°, Perugia -5°/0°, Ancona -7°/+3°, L’Aquila -22°/-5°, Pescara -4°/+5°, Roma -10°/+2°, Campobasso -8°/-3°, Napoli -5°/+4°, Bari -2°/+4°, Potenza -9°/-2°, Alghero -1°/+8°.
              Un commento ai dati toscani. Il -22°, per la precisione -22,2°, di Firenze è riferito all’aeroporto di Peretola, mentre allo Ximeniano, in città, la minima è di “soli” -11,0°, una differenza di 11,2°C, veramente notevolissima, imputabile al terrificante effetto albedo e all’assenza dell’effetto mitigatore dell’isola di calore cittadina. Molto più vicini i dati delle massime: -0,4° a Peretola, -1,2° allo Ximeniano (addirittura più freddo, quindi, nelle ore diurne).
              A Pisa città si registrano come estremi termici -12°/+2°, con quindi una differenza molto limitata rispetto ai valori dell’aeroporto di San Giusto.”

              “Come sorpresa della mattina, e come primo indizio di un cambiamento del tempo, abbiamo la presenza di nuvolosità a Genova, ove, la mattina, nevica, così come sulla Riviera di Ponente.
              Infatti, Michele Conte, in televisione, parla di un nuovo peggioramento del tempo, con nuove nevicate su Nord e Toscana.
              L’Aquila raggiunge i -22° per la prima volta dal 1956.
              Ma la “vera” temperatura record è quella di Firenze: -22,2°, record storico. L’Arno, in città, gela completamente.
              -20° si misurano a Pontedera, -24° in Alta Val di Cecina, -20° si toccano anche ad Arezzo.
              La Toscana è il vero “polo” italiano del freddo, ma -27° si toccano anche ad Anzola, in Emilia, mentre addirittura -30° si toccano nella località di Pracchia, provincia di Pistoia, vicino Porretta Terme: sarà la temperatura più bassa misurata in Italia (eccetto, ovviamente, le zone di montagna).
              In Alto Adige, si misurano -20° a San Candido, e -28° in Val Ridanno.
              In Friuli si toccano i -18° a Fusine, in Veneto ben -18° a Verona, -19° a Padova, Treviso e Vicenza.
              Nevica a Catanzaro per la prima volta dal 1971; a Catanzaro Lido non era mai nevicato a memoria d’uomo.”

              Federico

              Ravenna
              Zona climatica 8a/8b (USDA)

              filiferoPosts: 81
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                24 Agosto 2009 alle 16:06 - Views: 680 #42285

                Molto interessante Sergio! Emozionante anche la tua scoperta…
                Non conoscevo la Nannorrhops, vi ringrazio. Qual è la sua resistenza al freddo? E la velocità di crescita? Immagino lentina…

                SergioPosts: 671
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                  24 Agosto 2009 alle 16:36 - Views: 575 #42286

                  Ciao Andrea, il tuo user-name mi ricorda la tua ricerca dei semi della W. filifera.
                  Nannorrhops ritchiana è una specie molto resistente al freddo(come vedi ha resistito a -22°C) ma è piuttosto strana. Come specie desertica gradisce caldo di giorno e freddo di notte, quindi notevoli escursioni termiche giorno/notte ed anche estate/inverno. La crescita è molto lenta, forse perchè qui non trova le condizioni desertiche. Se hai un pò di pazienza puoi sperare di ottenere un esemplare simile al seguente:

                  [img][/img]

                  Esemplare ultracentenario dell’Orto botanico di Roma.

                  SergioPosts: 671
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                    24 Agosto 2009 alle 16:39 - Views: 575 #42287

                    Questa è invece una giovane figlia di 15 anni.
                    Saluti, Sergio.

                    [img][/img]

                    Giovane Nannorrhops ritchiana.

                    filiferoPosts: 81
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                      24 Agosto 2009 alle 16:46 - Views: 688 #42288

                      Grazie Sergio! 😀 Effettivamente sono io! Ho appena letto la tua monografia sulle washingtonie. Poi ho trovato una tua spiegazione sulle differenze basandoti sulle foglie secche. Quella mi è stata molto utile! Grazie! Non conoscevo la storia della lunghezza dell’hastula.
                      La tua piccola filifera sta crescendo, e si è ripresa bene. Lo scorso autunno l’ho piantumata in Croazia e durante l’inverno avvolta in tnt. All’apertura la foglia centrale chiusa si è staccata perchè marcia. Meno male che si è ripresa, l’avevo data per perduta. Ice mi ha spiegato che era dovuto all’umidità. Infatti non ha fatto molto freddo.
                      Prossimamente farò delle foto perchè ho dei dubbi su un altra robusta. Ibrido?
                      Effettivamente la Nannorrhps è lenta..proveremo.
                      Un saluto, Andrea

                      SergioPosts: 671
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                        24 Agosto 2009 alle 20:20 - Views: 575 #42289

                        Andrea,mi sentirei di sconsigliarti di avvolgere una giovane palma con fogli protettivi di qualsiasi natura durante l’inverno.All’interno di questo tipo di protezione si forma molta umidità che provoca marciume. Si rischia di perdere la pianta. Sono d’accordo quindi con Ice.
                        Se devi assolutamente proteggere una giovane palma, è meglio allora costruire sopra di questa un tettino o qualcosa di simile in modo però che i lati rimangano aperti.Ciao,
                        Sergio.

                        filiferoPosts: 81
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                          • 92Post totali
                          25 Agosto 2009 alle 17:18 - Views: 688 #42290

                          Perfetto, provvederò! Grazie! a. 🙂