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  • 24 Aprile 2008 alle 13:55 #3520

    IL GENERE TRACHYCARPUS di Sergio Quercellini

    Questo genere comprende dieci specie di palme a foglie palmate e con tronco di media altezza con la sola eccezione di due specie.

    Si tratta di specie a tronco singolo, non pollonanti, soprattutto dioiche, distribuite in Asia, in particolare nell’India settentrionale, in Nepal, in Myanmar, in Vietnam, in Cina meridionale ed in Tailandia settentrionale.

    Allo stato naturale vivono in zone anche a notevole altitudine ( oltre i 2000 m.) e sono pertanto tra le palme in assoluto più resistenti al freddo. Tre di queste specie sono state scoperte e quindi descritte negli anni ’90 ed un’altra nel 2003 ad opera di due appassionati palmofili, l’inglese Martin Gibbons ed il tedesco Tobias Spanner.

    Una specie è acaule, senza tronco, o meglio, sviluppa un tronco sotterraneo. La chioma ha una dimensione contenuta e in alcune specie il fusto è spesso coperto dalle vecchie foglie secche e da un fitto manto fibroso.

    I piccioli fogliari sono senza spine ma presentano dei piccoli dentini che variano un poco in grandezza a seconda della specie.

    L’infiorescenza porta o solo fiori femminili o solo fiori maschili, tuttavia, come si vedrà in seguito, qualche specie di tanto in tanto può produrre anche fiori ermafroditi da cui discendono autonomamente semi fertili.

    I frutti sono piccoli, scuri a maturità e possono essere, a seconda della specie, o curvi, reniformi oppure dritti a forma di chicco di caffè con una forte scanalatura e proprio questa caratteristica differenzia tutte le nove specie in due gruppi : quelle che producono semi reniformi e quelle che producono semi a forma di chicco di caffè.

    Senza dubbio la migliore descrizione di alcune specie di questo genere, pubblicata su Webbia nel 1905, è stata fatta dal grande botanico Odoardo Beccari ed è talmente precisa e completa che ancora oggi è più valida che mai.

    Ho potuto leggerla solo recentemente dopo aver rintracciato il volume di Webbia , n. 1, 1905,presso la Biblioteca Nazionale sita nella zona di Castro Pretorio a Roma e averne fatto le fotocopie. Mi permetto di suggerire a chiunque voglia approfondire la conoscenza di questo genere di accedere a questa lettura che io ho trovato estremamente piacevole e interessante.

    Specie che producono semi reniformi
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    Trachycarpus fortunei

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    Delle nove specie è quella che senza dubbio è più ampiamente coltivata.

    E’ stata introdotta in Europa, in Olanda esattamente, nel 1830. Successivamente, intorno al 1850, fu introdotta in Inghilterra e poi in tutta Europa.

    Prende il nome dall’esploratore e botanico scozzese Robert Fortune che visitò la Cina ed inviò anche semi dall’isola di Chusan, donde la definizione inglese di” Chusan palm”.

    E’ stata inizialmente descritta dal botanico svedese Thunberg come Chamaerops excelsa e con tale denominazione impropria è talvolta ancora definita a livello orticolo.

    E’ considerata originaria della Cina centrale ed orientale ma è stata così ampiamente e lungamente coltivata nella Cina stessa che il suo originario luogo di distribuzione è rimasto sconosciuto.

    Il tronco può anche raggiungere i 10 m. di altezza con un diametro di circa 20 cm. Esso rimane ricoperto dalle vecchie foglie secche e da un rivestimento o reticolo fibroso e filamentoso di colore bruno sotto di esse.

    Le foglie sono verde scuro in entrambi i lati ma spesso mostrano anche una patina biancastra di sotto e sono dotate di 40-50 segmenti irregolarmente divisi .I piccioli sono provvisti di piccoli dentini .

    L’infiorescenza è gialla ed i numerosi frutti sono bruno scuro a maturazione.

    Questa specie è normalmente dioica ma presenta talvolta un comportamento strano:sia la palma maschio che la femmina, producono di tanto in tanto anche alcuni fiori ermafroditi che di solito danno luogo a frutti e quindi a semi fertili.

    Odoardo Beccari definisce (Webbia,n.1,1905) questa palma “pianta dioica o raramente in parte ermafrodita” e continua: ”Talvolta le piante maschie portano spadici con una parte dei fiori ermafroditi e questi non differiscono da quelli maschi che per essere un momento più grandi e più radi e per le carpelle meglio conformate e barbato-lanose verso la metà…….

    Il caso di ermafroditismo nel T. excelsa è stato da me osservato sopra una pianta che io coltivo, la quale un anno (maggio 1887) oltre agli spadici maschi usuali produsse qualche spadice dove tutti i fiori erano (almeno apparentemente) ermafroditi e che ha condotto a maturazione anche un buon numero di frutti; ma il caso non si è ripetuto sino a qui……

    Sono conosciuti altri casi di Palme maschie che ad un tratto hanno portato fiori fertili dell’altro sesso ed hanno fruttificato. Infatti Ottaviano Targioni Tozzetti scrive (Memorie della Società italiana delle scienze residente in Modena, 1831) che nell’Orto del Museo di Firenze vi erano due individui di Chamaerops humilis var. arborescens dell’età di circa 50 anni che avevano raggiunto l’altezza di circa 6 m. e che sino all’anno 1819 avevano portato solo fiori maschi, ma che in quell’epoca produssero alcuni spadici femminei, i quali poi si caricarono di frutti perfetti tanto che germogliarono. Per cinque anni di seguito tali piante continuarono a portare spadici con fiori maschi e con fiori ermafroditi, poi , nei due anni successivi, vale a dire fino all’epoca in cui venne scritta la memoria, ritornarono esclusivamente maschi”.

    Trachycarpus geminisectus

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    Costituisce l’ultima scoperta in ordine di tempo effettuata dalla coppia Gibbons-Spanner.

    La specie è stata da loro scoperta nel 2001 e dagli stessi descritta su Palms,47(3) nel 2003 dove si può anche leggere tutta la loro interessante avventura in Vietnam.

    La specie è così definita perché i segmenti sulla lamina fogliare sono uniti due a due e talvolta anche a tre.

    La parte di sotto della foglia è biancastra.

    Forma un tronco corto , 1 o 2 metri, coperto da un denso manto fibroso e filamentoso. Non sembra in verità molto elegante e le foglie così strutturate gli danno un’apparenza particolare anche perché sono poche per cui la chioma dà la sensazione di essere un pò sparuta.

    E’ distribuito, in una fascia altitudinale che va da 1100 a 1600 metri, in alcune zone montuose al confine tra Vietnam e Cina.

    Gibbons l’ha definito piuttosto comune nella zona di distribuzione che presenta caratteristiche di inaccessibilità per cui l’azione umana è ridotta al minimo.

    E’ in sostanza più vicino al nanus che alle altre specie.

    I semi sono offerti in vendita abbastanza spesso su Internet. La specie ovviamente è stata introdotta in coltivazione da pochissimi anni per cui è presente solo a livello di piantine presso Orti botanici e palmofili.

    Ho alcune di queste piantine da semi acquistati nel 2005. Per quello che ho potuto notare finora, direi che sono a crescita lenta (preferiranno il terreno acido?) e sono facilmente soggette a fungosi se si tengono in serra anche fredda per cui suggerirei di coltivarle sempre all’aperto.

    Trachycarpus nanus

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    E’ l’unica specie del genere che sviluppa un tronco non aereo ma sotterraneo.

    Negli esemplari molto vecchi può anche uscire un poco dal terreno.

    E’ originaria della provincia dello Yunnan, Cina, ma è una specie seriamente minacciata di estinzione nella regione nativa per la presenza delle capre che sono state ivi introdotte e che sono ghiotte delle infiorescenze impedendo così alle palme di riprodursi.

    Dal 1887, anno in cui il reverendo Padre Delavay la segnalò, questa palma è rimasta sconosciuta fino al 1992, anno in cui M. Gibbons e T. Spanner organizzarono una spedizione per riscoprirla. Grazie ai loro sforzi i semi furono introdotti in Europa e in America ed oggi questa specie è largamente presente presso i collezionisti di tutto il mondo ed è stato anche creato un canale di importazione dalla Cina dei semi stessi tant’è che è possibile trovarli spesso in vendita ed acquistarli tramite Internet.

    Il colore delle foglie è talvolta verde e talvolta glauco, con un numero di segmenti che non supera i 30, il che rappresenta una caratteristica di questa specie.

    Poiché allo stato naturale cresce tra 1800 e 2300 m. di altitudine, è molto resistente al freddo.

    Tuttavia quando è giovane la crescita è molto lenta e la coltivazione è non facile poiché è attaccato dalla cocciniglia e dai funghi.

    Delle cinque piantine che avevo, due sono morte per attacchi fungini, una stenta ancora e due crescono abbastanza bene seppur lentamente. Soffre un po’ il caldo estivo e quindi, a mio avviso, le piantine, anche appena spuntate, vanno tenute sempre fuori, anche durante l’inverno.

    Trachycarpus oreophilus

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    L’unico Trachycarpus endemico della sola Tailandia.

    Cresce infatti a notevoli altitudini, anche fino a 2150 m., su un piccolo tratto di una catena montuosa nella Tailandia nord-occidentale, in una zona non lontana dalla città di Chiang Mai.

    Questa zona è fredda ed è quasi sempre coperta di nuvole e nebbia tant’è che la denominazione specifica “oreophilus”, che deriva dal greco, significa “amante delle nuvole”.

    Sembrerebbe pertanto ideale par la coltivazione in zone temperate.

    La specie è stata descritta nel 1997 sulla rivista Principes della International Palm Society ed è una delle specie scoperte da M. Gibbons e T. Spanner.

    Allo stato naturale il tronco è liscio, non rimane ricoperto dal fibrillizio filamentoso che caratterizza il fortunei. Le fibre, molto corte cadono rapidamente così come le foglie secche complice anche il forte vento che soffia spesso, lasciando il tronco completamente nudo.

    Le foglie sono verdi o verde scuro di sopra mentre di sotto presentano una tonalità grigiastra. I piccioli sono forniti di dentini. Le lamine sono regolarmente suddivise in circa 60 segmenti o più.

    Ovviamente non esiste nessun esemplare adulto e fruttificante in coltivazione e pertanto i semi che si possono trovare su Internet sono importati.

    Gibbons e Spanner dicono di questa specie :”Con la possibile eccezione del T. nanus, ha dimostrato di essere la specie a crescita più lenta tra tutte quelle del genere Trachycarpus che si hanno in coltivazione, impiegando anche diversi anni solo per caratterizzarsi”.

    Aggiungo che personalmente ho trovato questa palma molto delicata quando è spuntata da poco.

    Va soggetta a malattie fungine se la temperatura è alta.Ho perso le prime tre piantine ottenute da seme per averle lasciate nel mese di giugno in serra fredda dove, con il sole, la temperatura toccava quasi talvolta i 30°C.

    Attualmente ho altre due piantine, fatte anch’esse da seme, che sto cercando di far crescere con ogni attenzione. Il mio suggerimento è di tenerle sempre all’aperto, mai in serra.

    Trachycarpus princeps

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    Anche questa specie è stata descritta da Gibbons e Spanner nel 1995 dopo essere stata scoperta dagli stessi l’anno precedente. Chi ne abbia voglia può leggere l’intera storia dell’avventura di questa scoperta sulla rivista Principes, 39 (2). Quello che non dice l’articolo su Principes è che i due tentarono già l’anno precedente di raggiungere il luogo di distribuzione del princeps.

    Essi riferiscono:
    “L’area di distribuzione (zona della Cina al confine con il Tibet e con la Birmania) è chiusa agli stranieri e con il nostro aspetto occidentale davamo certamente nell’occhio. Non di meno riuscimmo a dirigerci con successo verso Kunming e quindi fino al fiume Mekong che attraversammo su un piccolo ponte per pedoni. Di fronte a noi si ergeva una catena montuosa alta circa 4000 m. e non si scorgeva nessuna strada per attraversarla. Non avemmo altra scelta che arrampicarci aiutati da tre cinesi locali che si erano offerti di guidarci per una lauta mancia. Cominciammo la salita con molto entusiasmo ed energia, perdendo però entrambe dopo qualche ora di salita.
    Quella notte dormimmo esausti in una casupola circondata da un mare di fango nel quale stazionavano mucche, capre e dove giocavano alcuni bambini.
    Il giorno successivo continuammo a salire attraversando zone con vegetazione diversa, bambù, rododendri e conifere nane.
    Passammo la seconda notte in un’altra casupola, partimmo all’alba molto presto e ci dirigemmo verso la sommità. Attraversammo una zona molto bella coperta da migliaia di genziane in fiore, di un profondo blu.
    Finalmente raggiungemmo la sommità a 3900 m. in una situazione di tale stanchezza che eravamo quasi allucinati. Fu veramente la più grande fatica che avessimo mai fatto entrambi.
    Subito dopo l’inizio della discesa dell’altro versante della montagna fummo fermati da un individuo in uniforme militare.
    I tre cinesi che ci accompagnavano erano terrorizzati.
    Tuttavia dopo avere controllato i nostri passaporti nei quali avevamo inserito sapientemente 20 dollari potemmo proseguire.

    Raggiungemmo alla fine il fondo valle, attraversammo su un piccolo ponte per pedoni il fiume Salween ed entrammo in un paesino dove fummo immediatamente circondati dalla popolazione che non aveva mai visto un europeo. Era così lontano e isolato questo paese che il rappresentante della polizia non realizzò che noi eravamo in un luogo dove non dovevamo stare, anzi, il giorno dopo ci aiutò per proseguire.
    A questo punto la fortuna ci abbandonò. Alcune miglia più avanti, così vicini alla meta, fummo letteralmente arrestati e accompagnati indietro con la scorta della polizia verso la civiltà. Tornati in Europa, dovemmo aspettare un anno intero prima che la nostra domanda ufficiale fosse considerata e dopo avere pagato 2000 dollari per “supporto logistico” ci fu permesso di ritornare in quel luogo in compagnia di un professore cinese e di un interprete. Finalmente trovammo la nostra palma.”

    Ho voluto riportare questo brano perché talvolta non ci rendiamo conto dei sacrifici e della fatica che possono stare dietro alla scoperta di una nuova specie.

    Il princeps (come dice la parola) è forse il più bello dei Trachycarpus.

    La parte sottostante delle foglie è caratterizzata dalla presenza di una spessa pruina bianca la qual cosa lo caratterizza e lo distingue dalle altre specie.

    Il tronco , che può raggiungere circa 8 m., rimane coperto da uno strato fibroso, similmente a quello del fortunei.

    Il bianco sotto la foglia è già presente nelle piantine molto piccole. Già la seconda fogliolina è biancastra sotto, il che consente di riconoscere subito la specie.

    Questa palma cresce in luoghi inaccessibili, sulle pareti di gole profonde in montagne pietrose tagliate dal fiume Salween (Nu Jiang).

    La denominazione inglese è Stone Gate Palm.  Gibbons e Spanner dicono di aver trovato pochissimi semi nonostante avessero visitato più volte i luoghi di distribuzione durante i giorni della loro permanenza. P

    er quanto hanno saputo localmente, sembra che questa specie fruttifichi molto poco. Concludono che mai nessun seme di princeps è uscito dalla Cina almeno fino all’anno del loro viaggio.

    Successivamente a questa data , alcuni semi sono stati offerti in vendita tramite Internet e la prima organizzazione a farlo è stata RPS (rarepalmseeds) gestita da Spanner stesso, la quale in buona fede ha messo in vendita come“semi di princeps” semi che purtroppo non lo erano affatto.

    Ho due piantine nate da quei semi. Sono completamente verdi anche sotto le foglie, con piccioli fogliari piuttosto lunghi, ma sono soprattutto a crescita molto rapida.

    Si tratta certamente del Trachycarpus a crescita più rapida. Gibbons stesso, in una comunicazione personale, mi ha detto che potrebbe trattarsi di una nuova specie .

    Successivamente anche un’altra organizzazione, la Golden Lotus, ha messo in vendita semi di princeps e questi hanno dato luogo a piantine che sembrano averne effettivamente le caratteristiche .

    Tuttavia la stessa Golden Lotus ha tenuto a precisare che i propri semi erano stati raccolti in un luogo diverso da quello dove erano stati Gibbons e Spanner , ritenuto troppo inaccessibile. Non ha però detto dove sono stati raccolti. Un certo mistero rimane sulla provenienza di questi semi.

    Ho quattro di queste palmette, due cominciano a caratterizzarsi, e presentano, già dalle prime foglioline, la tonalità biancastra di sot