Forum replies created
Bellissima palma. Sicuramente ha speranza di vivere in parecchie zone del Sud Italia.
E’ fra le mie preferite. Non ho resistito alla tentazione e ne ho piantato uno in giardino a Tenerife. La foto e’ di due anni fa, quando aveva 7 anni.
Non e’ poi cosí lento come si dice. Ha fatto solo due foglie l’anno, forse adesso arriva a tre. Il mio e’ piú alto delle Chambeyronia della stessa etá ed ha una chioma sicuramente piú densa. Ancora non ha tronco visibile, ma le foglie sono lunghe oltre tre metri. Fa solo due foglie l’anno (o qualcosina in piú), ma ogni foglia e’ molto piú grande della precedente e dunque non cresce cosí lento come il numero di foglie potrebbe indicare.
La papaya della foto serviva per schermare un po’ il sole per qualche anno (e fare papaye). Un anno fa e’ morta, un po’ anche oppressa dalle radici del Kentiopsis.
Suggerisco il pieno sole. Dai tre-quattro anni in su lo sopportano e sopravvivono alle onde di caldo a 40 C senza bruciarsi. Il sole diretto, sicuramente le aiuta parecchio in inverno e specialmente lontano dai tropici.
Questi, adulti, sono alle Hawaii, nell’ Orto Botanico Oh-omaluhia, del comune di Honolulu. Fotografati da Jacob Knecht.
Carlo
Scritto Da – Carlo Morici on 06 Agosto 2009 01:40:40
Sono “orsetti di peluche” tanto Dypsis lastelliana come D. leptocheilos, simili fra loro. D.lastelliana ha maggiori esigenze termiche e non puo vivere nel Mediterraneo, ma D.leptocheilos sopporta meglio il freddo ed e’ piú veloce. Forse, potrebbe vivere o sopravivvere nei climi migliori.
Chi l’ha provata in Sicilia?
Carlo
Ho fatto i doveri e ho piantato le tre palmette che avevo detto:
Chambeyronia macrocarpa Houailou, Dypsis saintluciae e D.onilahensis, la forma piangente, che “piange” tanto che la foglia nuova tocca per terra.
Poco dopo e’ arrivata una bomba di caldo anomalo, e siamo stati per sei giorni a 30-38 C, con qualche punta notturna a 28! E almeno 50 al sole.
Se ho tempo prima delle vacanze metto in terra qualcos’altro ma non palme – forse qualche plumeria che “giace” in vaso da troppo tempo. E poi a settembre altre due o tre fortunate toccheranno terra …
Carlo
Ahi Pietro… sempre analizzando ogni parola! Non era un rimprovero. Ovviamente ricordo con piacere la visita. Magari foste sempre qui.. sarebbe un eterna festa botanica.
Angelo, a Gran Canaria c’e’ il favoloso orto botanico Viera y Clavijo, il piú grande della spagna con un incredibile ubicazione in un barranco. Ha un eccellente palmeto, migliorato ed ampliato negli ultimi 5 anni. Poi al Sud e’ sorto un nuovo “Palmetum de Maspalomas”, meno ambizioso del nostro di Tenerife, ma con spazio e potenziale. Anche perché conta con l’appoggio di Miguel Angel, un uomo d’oro che lo porterá avanti.
Ecco qui delle immagini del Palmetum de Maspaloma:
http://www.palmtalk.org/forum/index.php?showtopic=14742&hl=maspalomas
Italiani pochissimi. Ricordo solo una lunga visita di Pietro Puccio, Natale Torre e Piero Pazienti, circa 2 anni fa, quando era ancora tutto in uno stato pessimo. Venne poi in visita anche Giuseppe Mazza, poco piú di un anno fa.
Il palmetum e’ ancora chiuso al pubblico … non s’e’ mai aperto purtroppo.
Sono sempre disponibile ad aprire le porte ai palmofili. Agosto e’ l’unico mese che non sono qui (me ne vado il 7) e pertanto diventa molto piú complicato, giacché i lavoratori hanno l’ordine di allontanare i curiosi (che non sempre vengono con le migliori intenzioni!). In mia assenza, bisogna scrivere al comune e sperare… dovrebbero lasciare entrare… di mattina durante l’orario di lavoro, dalle 7 alle 13:30. Mandami un messaggio privato e cercheró di fare il possibile.
Carlo
Se avevi la pianta da prima, devi cercare qualche testimone che ricorda di quando arrivó e ti fanno un “foglio” speciale, ma dev’essere plausibile. “Da prima” non ricordo quant’e’ ma oltre 20 anni sicuro.
Se hai perso le fatture, niente da fare. Ti diranno di chiedere copia al fatturante o di nuovo con testimoni.
In regalo o scambio , ci vuole una carta di cessione.. “Io Giuseppe Rossi, documento N.XYZ cedo a Francesco Russi, doc… un Encephalartos …”
In linea di massima la gente del CITES (in Spagna) accoglie a braccia aperte chi vuole dichiarare cio’ che ha. Vanno a caccia di commercianti contrabbandieri e non di chi vuole apertamente legalizzare la sua collezione.
Carlo
Federico,
Tutte le specie di Ceratozamia sono in CITES 1.
Ho dato un’occhiata all’appendice 1 del CITES (http://www.cites.org/eng/app/appendices.shtml ). Ecco le specie dell’ordine Cycadales. Per possederle bisogna avere una fattura europea o le carte ufficiali d’importazione dal di fuori dell’ Europa.
CYCADACEAE:
Cycas beddomei
STANGERIACEAE:
Stangeria eriopus
ZAMIACEAE:
Ceratozamia spp.
Chigua spp.
Encephalartos spp.
Microcycas calocoma
I Cites1 sono sempre carissimi. Preferisco le altre specie (e non le trovo!), con i segmenti larghi e grandi ma ho sempre un occhio sulle C.hildae perché il palmetum ha ben poche specei di cycas, e fra le poche vi sono 2 C.hildae. Purtroppo sono maschi e dunque niente semi. Avranno ormai quasi venti anni da seme, giacché arrivarono con una certa etá dalla Florida nel 96. Hanno resistito a anni e anni di maltrattamenti estremi, arrostiti dal sole, sulla costa (nonostante sia una specie di montagna!).
Carlo
Buon tema! Le Cycas stanno quasi sempre “ferme” e quando fanno “qualcosa” e’ spesso uno spettacolo.
Al di sopra di tutte mi piacciono le Ceratozamia. Alcune hanno foglie nuove rosso acceso e tutte durano molto – circa un mese – sfumando dal rosso al marrone e poi al verde in una sequenza molto particolare, specifica di ogni specie. Credo che ve ne sia una, C.hildae, che resiste a gelate piuttosto intense.
Poi trovo adorabili le foglie in fase d’apertura delle Cycas bipinnate, tipo C.debaoensis, C.multifrondis, C.longipetiolula, etc. Sono molto insolite quando si dispiegano i mille riccioli che poi saranno i segmenti.
Fra gli Encephalartos, forse sono le piú belle le foglie giovani “pelose” di certi Encephalartos a foglie verdi. Bellissimo anche il “pelo giovanile” rossiccio delle foglie di Cycas tanqingii, che poi brillano con un verde scuro unico.
Carlo
Sergio
Concorrenza?! Speriamo! 😳 Magari!
Per adesso va tutto bene. Ci siamo ripresi dalle bastonate del 2002-2006 e grazie a uno sforzo immenso e all’aiuto di vari benefattori, siamo risaliti a 470 specie di palme. La serra e’ di nuovo stracarica di specie interessanti. E man mano che si avanza, diventa sempre piú difficile mantenere cio che c’e’ ed ottenere nuove piante.
I tre gruppi di Trachycarpus sono tutti da fonti commerciali… RPS precisamente. I “cf.” vengono dal fatto che negli anni “bui” si persero le etichette (ma non gli inventari) e dunque addesso crediamo che siano loro ma non ne abbiamo la certezza… ne’ il tempo di star dietro ad ogni “cf.”.
Intanto – e non e’ poco – abbiamo “scoperto” che i Trachycarpus qui funzionano bene … bastava piantarli nelle scarpate esposte a Nord, e non sul tavoliere battuto dal sole ne’ sui pendii rivolti a Sud… insomma… dove il cocco soffre il trachicarpo fiorisce 🙂
Carlo
– A casa mia a Tenerife:
Zero assoluto. Troppo lavoro altrove. Alcuni rinvasi ma niente in terra. Spero di piantare in terra una Chambeyronia macrocarpa Houailou, una Dypsis saintluciae e una D.onilahensis.
– A casa mia a Messina.
Non lo so. Parto fra un mese e devo decidere… mi porteró dietro una o due palmette da piantare.
– Al Palmetum di tenerife 😀
Di tutto. A Giugno s’e’ piantato questo:
2 Hyphaene thebaica
1 Hyphaene thebaica – Egipto
1 Raphia australis
3 Archontophoenix maxima
2 Artocarpus altilis Ma Afala
1 Artocarpus mariannensis (Rota)
1 Cocos nucifera “Red Spicata”
1 Cyrtostachys renda
1 Heterospathe elata
4 Salacca sp. Banana Snakefruit Aishah
1 Salacca sp. Salak Aishah 19/9/06
1 Syzygium malaccense
1 Agave gypsophila
3 Chamaedorea seifrizii f. folíolos estrechos
2 Coccothrinax gracilis
1 Coccothrinax montana (ex JMZ)
2 Coccothrinax alexandri ssp. alexandri
8 Coccothrinax sp. (antes Gaussia)
2 Caryota sp. Himalaya
1 Clinostigma savoryanum
4 Codiaeum (Croton)
1 Excoecaria bicolor
1 Satakentia liukiuensis
1 Dypsis carlsmithii
1 Dypsis sp. Hoja Fina
4 Intsia bijuga (Isla de Rota)
1 Ravenea xerophila
1 Hyophorbe verschaffeltii
4 Veitchia filifera
7 Pseudophoenix sargentii
1 Borassus flabellifer “K”
1 Livistona nasmophila
4 Areca macrocalyx
1 Crinum procerum
9 Livistona benthamii
4 Musa – Plataneras comestibles variadas
1 Crinum scabrum
3 Bactris gasipaes
2 Gustavia augusta Jardim Botanico Rio
1 Phytelephas sp.
2 Trachycarpus latisectus cf.
2 Trachycarpus martianus f. Khasia cf.
3 Trachycarpus takil cf.
Salve. Mi sembrano:
– Cycas sp. simile a C.rumphii
– Zamia sp. simile a Z.integrifolia
– Cyrtomium falcatum
Carlo
Un consiglio: Sole e drenaggio infiniti. Meglio piantata su suolo scosceso e lontano dal prato e lontano da ogni ombra. E’ quasi la differenza fra la vita e la morte.
Ne abbiamo 4 in terra al palmetum di Santa Cruz di Tenerife. Vi era una quinta, sul prato, ma non c’e’ piú.
Carlo
E’ una delle mie palme favorite. Cresce benissimo nel mio giardino a Messina… cresce vigorosa, piú sana che altrove, e si riproduce! E’ l’unica specie fra le Chamaedorea piantate 16 anni fa che e’ riuscita a riprodursi per seme da sola. Vi e’ qualche sorprendente similitudine fra le condizioni ambientali delle montagne d’origine e la costa sabbiosa siciliana (con gocciolatori)… avevo due piante di sesso opposto e adesso ne ho 6.
La raccomando assolutamente per le coste del meridione… “sotto l’ulivo”.
Carlo
L’ambiente naturale e’ durissimo, per questo gli adulti sono cosí “induriti”. Si tratta di una piattaforma costiera di roccia corallina, quasi senza suolo, esposta a venti fortissimi. Le piante coltivate hanno invece un aspetto piú sano, ma anche in habitat si osserva che stanno meglio quelle piú giovani e piú basse, in quanto protette dagli arbusti circostanti.
E’ uno dei Coccothrinax piú “nordici” di Cuba. Forse e’ il piú nordico di tutti i Coccothrinax a foglie rigide. Ricordo che proprio lí sulla costa di Matanzas qualche anno fa il termometro e’ sceso uno o due gradi sotto zero. Il Nord di Cuba e’ tropico solo per un pelo (scusate… un parallelo), e i fronti freddi in inverno si schiantano senza pietá sulla costa.
Per la coltivazione, tre ingredienti imprescindibili: SOLE, DRENAGGIO e PAZIENZA.
Carlo
Boh? Se qualcuno passa da casa mia ad Agosto, lo accolgo con un caffé e un ricaccio di C. pochutlensis.
Ottimo esemplare, Pietro.
Ho qualcosa di goloso riguardante il tema da condividere sul foro. Sono queste foto scattate ai primi di Luglio 2008 dal botanico cubano Raúl Verdecia, durante “una excursión con Atila Borhidi a Punta Guano, areal de Coccothrinax borhidiana.”.
In quanto all’altezza su cui chiedeva Giuliana, la foto dice molto, tenendo conto che Borhidi e’ alto quasi due metri. I C. borhidiana in natura difficilmente superano i 3 m, forse in parte perche l’ambiente é regolarmente battuto da venti forti e non raramente uragani.
Atilla Borhidi e’ il botánico ungherese, nato nel 1932, autore di molti lavori sulla flora di Cuba e della regione Caraibica. La specie Coccothrinax borhidiana gli fu dedicata nel 1978 da Onaney Muñiz, il botanico cubano che collaboró con lui per anni. Negli ultimi decenni, Borhidi e Muñiz hanno descritto varie specie nuove di palme cubane.
Saluti,
Carlo
E’ una pianta invincibile. A Messina da piccolo ne ho piantata una sotto un olivo e dopo 15 anni copriva circa 20 m2. L’ho ridotta piú volte togliendo i ricacci apparsi un po’ dovunque. E’ vero cio’ che dite, e’ impossibile da comprare nei vivai ma facile da ottenere da chi ne ha una da sfoltire.
Sara tutto lo stesso clone quello che “circola” in Sicilia? E sulla “terra ferma?
Carlo
>il caolino si trova comunemente in commercio nei consorzi agrari?
Qua no, in Italia non so. Se non si trova nei consorzi, potrebbe essere venduto dai distributori di prodotti per agricoltura ecologica, ma comunque si trova. Credo che si venda solo in sacchi grandi, da 20-25 kg.
>L’applicazione deve avvenire a spruzzo, con una pompa a spalla per antiparassitari miscelando la sostanza con acquao in altro modo?
Si con acqua. WP=Wettable Powder, polvere bagnabile, va tenuta in sospensione, mescolando di tanto in tanto. Si applica generalmente sulle piante ancora in vaso, appena arrivate dal vivaio, prima di piantarle in campo, specialmente d’estate. Non c’e’ trucco, e’ un uovo di colombo… e’ facile, funziona, quasi ovvio.
Si, peró adesso il nome accettato e’ Trithrinax brasiliensis, e T.acanthocoma ne e’ sinónimo. Poco piú di un anno fa a quest’esemplare sono cadute in un colpo solo quasi tutte le guaine spinescenti che coprivano il tronco.
Carlo
Ho avuto esperienze molto positiva, tanto con il Surround come con altri caolini analoghi, imbiancando palme e piante giovani per proteggerle dal sole, quando si portano in pieno campo.
Carlo
Direi che é proprio C.pinnatifrons, cosí a prima vista per le dimensioni, le foglie archeggiate, i segmenti terminali, l’infiorescenza di quel colore…
(la palma subito dietro invece sembra Geonoma)
Al Palmetum non c’e’; se qualche anima benevolente avesse semi…
Scritto Da – Carlo Morici on 09 Febbraio 2009 19:03:40
Ciao a tutti,
Il titolo della foto é:
“SOBREVIVIENDO”
Meno male che questa specie é una macchia nera fra molte buone notizie.
Per chi vuole aggiornamenti sul palmetum, ho appena inviato foto sul foro IPS… qui:
Belle palme… non bellissime ma senz’altro affascinanti. É curioso vederle sulla spiaggia. In habitat vivono in zone estremamente continentali, lontanissimo dal mare. Pare invece che la distribuzione naturale lambisca il deserto sodico e forse per questo sopportano bene il sale.
Brutto brutto. Ho dato un’occhiata e scattato una foto in fretta e furia, ma fa veramente pena, da non far vedere. L’octogono e’ inagibile da circa due mesi, perché la cupola va rimossa e sostituita. Pertanto le C.brachypoda sono sommerse da erbaccie e afflitte da un fungo che macchia le foglie di varie chamaedorea. Per almeno un altro mese deve resistere cosí. Mi da pena persino scaricare la foto dalla macchina. Circa un anno fa avevo fatto riprodurre qualche piantina che adesso andrá scovata nell’affollato vivaio.
Per togliere l’amarezza vi erano invece altre mille sorprese grate: Arenga westerhoutii che sta per fiorire, Coccothrinax clarensis in prima fruttificazione, i Calamus erectus in piena crescita, un albero del pane con i primi frutti (dopo 8 anni), Glycosmis pentaphylla con frutti infiniti, una Salacca spiegando foglie nuove rosse, i wagnerianus felici perché é inverno. Torneró quasi tutte le settimane prossimamente. C’e’ una quantitá pazzesca di problemi da risolvere perché i lavori sono stati sospesi a Luglio scorso. Poco a poco.
Scritto Da – Carlo Morici on 28 Gennaio 2009 23:12:04
Effettivamente il palmetum ha passato vari anni neri, principalmente dal 2002 al 2006 inclusi, durante i quali andó perso oltre un terzo delle collezioni iniziali, attualmente ricostituite in parte.
Penso che la Chamaedorea stolonifera sia morta di siccitá (e caldo). Per di piú credo di ricordare che C.stolonifera provenga da altitudini maggiori di C.brachypoda e sospetto che per questo C.brachypoda sia sopravvissuta al sole e alle ripetute siccitá costiere degli anni bui dell’orto.
Non ho foto delle C.brachypoda del P. Domani mattina devo andarci. Avró un sacco di “impicci” ma spero di trovare la tranquillitá di scattare qualche foto da poi inviare.
Carlo
Scritto Da – Carlo Morici on 27 Gennaio 2009 14:40:22
Domani mattina vado con la vanga! 😛
Scritto Da – Carlo Morici on 26 Gennaio 2009 00:11:13
Mi vuoi dire che quelle del Palmetum sono C.stolonifera?!
Scritto Da – Carlo Morici on 26 Gennaio 2009 00:07:07