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  • 3 Settembre 2008 alle 10:00 #3708

    Salve a tutti
    vi chiedo di aiutarmi ad identificare questa solanacea, di cui mi hanno regalato i semi è che sembra una varietà di pomodoro.
    i frutti sembrano delle piccole lampadine a maturazione lunghe circa 3-3,5 di colore arancione. inoltre i frutti maturi sono tutti uguali, della stessa pezzatura, e la pianta ha un odore molto gradevole.
    allego due foto:

    Michelagelo

    CaioPosts: 1336
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      3 Settembre 2008 alle 16:29 - Views: 512 #28749

      A Michè, ma chissa è na pummarola…… 🙂

      Il pomodoro Solanum lycopersicum è nativo delle zona del centro e Sud America tra il Messico e Perù. Gli aztechi lo chiamarono xitomatl, il termine tomatl indicava vari frutti simili fra loro, in genere sugosi. La salsa di pomodoro divenne parte integrante della cucina azteca. Alcuni affermarono che il pomodoro aveva proprietà afrodisiache, sarebbe questo il motivo per cui i francesi l’hanno chiamato pomme d’amour, “pomo d’amore”.
      La data del suo arrivo in Europa é l’anno 1540, quando lo spagnolo Hernán Cortés rientrò in patria e ne portò gli esemplari; ma non ebbe assolutamente una coltivazione e diffusione fino alla seconda metà del XVII secolo.

      Arriva in Italia nel 1596 ma solo più tardi, trovando condizioni climatiche favorevoli nel sud del paese.
      Inzialmente il colore del pomodoro era l'”oro” da cui appunto il nome pomo-d’oro, il viraggio del colore dall’originario all’attuale rosso è dovuto grazie a selezioni e innesti successivi.

      Infatti, nonostante le cultivar rosse siano le “uniche” presenti in commercio, le bacche del pomodoro possono assumere colorazioni differenti.
      Si va dalle cultivar di colore bianco (white queen, white tomesol) a quelle di gialle (douce de Picardie, wendy, lemon), rosa (thai pink), arancioni (moonglow), verdi anche a maturazione (green zebra), e persino violacee (nero di Crimea, purple perfect).
      In alcune cultivar la buccia è leggermente pelosa, simile alla pelle di una pesca.
      Esistono pomodori lunghi (San Marzano), rotondi e molto grossi (beefteak), a forma di ciliegia, riuniti in grappoli (reisetomaten), e persino cavi all’interno (tomate à farcir).

      In Italia attualmente ci sono più o meno 320 varietà diffuse in commercio, ma solo una ventina si possono ricondurre alla tradizione agricola italiana.
      Tutte le altre sono ibride, risultato cioè degli studi di genetica, che si sono affermati dopo la prima guerra mondiale quando la ricerca iniziò a sfruttare i caratteri mendeliani semplici, lo stato diploide del pomodoro, il suo elevato grado di autofecondazione e la relativa facilità con cui potevano essere effettuati incroci manuali. In questi casi si parla di varietà brevettate.
      Un primo tentativo di classificazione varietale in Italia fu compiuto nel 1903 da Luigi Trentin, direttore della Scuola Orticola al Lido di Venezia, il quale distinse le varietà da conserva (caratterizzate da pomodori a maturazione tardiva, dal frutto grosso e liscio), quelle per il consumo fresco (frutti con succo abbondante e maturazione più precoce) e quelle conservabili per l’inverno (bacche piccole e sode, spesso riunite in grappoli).
      All’inizio del Novecento, le varietà che diedero gli sviluppi più interessanti furono la Fiascone e la Fiaschella, coltivate in Campania, dalla cui ibridazione naturale ha avuto origine il pomodoro perino, penso proprio quello che tu hai postato in foto (non ancora ben maturo e con le foglie sotto attacco fungino).

      Si ringrazia per la pazienza e la partecipazione, si ringrazia Michelangelo per averci dato l’occasione di scoprire un panorama “inatteso” sul comune pomodoro, si ringrazia inoltre Wikipedia, per i richiami ai cenni storici sopra utilizzati.
      Saluti a tutti, caio. 😉 😉 😉

      Scritto Da – caio on 03 Settembre 2008 16:32:25